Politiche sociali come merce elettorale: ‘Congelate quegli appalti’

Chissà se basterà attendere che il mandato di Paolo Foti finisca per veder ripartire il piano di zona e dunque le politiche sociali, e soprattutto assicurare a questo delicato settore, che si dovrebbe occupare delle fasce deboli della cittadinanza, la necessaria trasparenza e la dovuta decenza.

I mali del piano di zona, ente d’ambito che dovrebbe gestire i servizi a sostegno di anziani, bambini, disabili, famiglie con difficoltà economiche, li abbiamo denunciati a più riprese; i 16 comuni che ne fanno parte, capoluogo incluso, sono riusciti negli ultimi 5 anni a farsi commissariare due volte e soprattutto a perdere milioni di euro di finanziamenti, tenendo i servizi e i bandi bloccati. Quando invece hanno provato a pubblicare qualche gara, ci sono sempre stati forti dubbi sulla legittimità delle procedure adottate, come se lo scopo fosse quello di favorire determinate cooperative a fini clientelari. Solo pochi mesi fa, la nostra ennesima denuncia su due bandi, quello per la gestione dell’ufficio di piano, dove una coop interessata a partecipare ha evidenziato una procedura d’affidamento secondo lei contraria ai dettami della normativa anticorruzione; e quella del segretariato sociale, dove si è preferito andare avanti di proroga in proroga anzichè bandire una nuova gara, con una corretta pianificazione del servizio. Sul punto, l’assessore Teresa Mele e il nuovo coordinatore Luigi Cicalese avevano promesso una attenta verifica e puntuali precisazioni su quanto avvenuto proprio nei loro uffici. Di risposte ovviamente non ne è arrivata nemmeno una, anzi, come denunciato dagli attenti occhi dei colleghi di Orticalab, sul servizio di segretariato sociale è arrivata l’ennesima proroga alla stessa cooperativa.

E mentre i sindaci degli altri comuni hanno già preso le distanze da questo modo di agire del capoluogo, annunciando che non si sarebbero più seduti al tavolo con gli attuali amministratori di Palazzo di città, e chiedendo ancora una volta alla regione lo scioglimento dell’ambito, ora su Mele e Foti piove anche la diffida da parte dell’Unci di Avellino, cioè l’unione nazionale delle cooperative italiane, a cui si associa l’Ancos, l’associazione nazionale cooperative sociali. Con un comunicato stampa l’associazione invita l’amministrazione a congelare le gare di appalto in corso, partendo proprio da quella del segretariato sociale. “Bisogna evitare sospetti in prossimità del voto assicurando la dovuta trasparenza nel settore”, si legge nella nota, che si conclude con l’auspicio che in futuro i comuni possano dar vita a una seria e razionale programmazione con affidamenti di lunga durata, che assicurino la continuità dei servizi. Speriamo non si tratti dell’ennesimo appello destinato a cadere nel vuoto dei cervelli della politica locale

 

Ecco il Comunicato stampa integrale dell’Unci:

L’Unci (Unione nazionale cooperative italiane) di Avellino chiede all’amministrazione comunale del capoluogo di congelare la procedura di gara per l’affidamento del servizio di Segretariato Sociale e del Servizio Sociale Professionale dell’Ambito territoriale A04 del Piano di zona, avviata nei giorni scorsi
con determina del dirigente di Settore.
Essendo ormai giunti alla scadenza del mandato dell’attuale civico consesso e trovandoci in piena campagna elettorale, appare quanto mai opportuno evitare che in prossimità del voto si svolgano gare di appalto, garantendo in tal modo la necessaria trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche ed evitando inutili polemiche.
L’Unci auspica che per il futuro, tutti gli enti del territorio provinciale si impegnino ad avviare una razionale programmazione degli interventi e dei servizi sociali, con affidamenti di lunga durata, insieme al puntuale pagamento delle relative spettanze, per assicurare ai cittadini utenti la continuità del servizio e consentire, alle cooperative impegnate, una ottimale organizzazione delle attività.

Ecco invece quello dell’Ancos

L’Ancos, associazione di rappresentanza delle cooperative sociali, condivide e
fa propria la richiesta rivolta dall’Unci all’amministrazione cittadina, per
rinviare le procedure di affidamento dei servizi sociali, predisposte dal
Comune di Avellino, in questa delicata fase di transizione.
Il capoluogo ha bisogno di una riorganizzazione complessiva delle politiche
sociali, che può avvenire soltanto attraverso la collaborazione concreta di tutti
i soggetti in campo e garantendo trasparenza nella gestione della cosa pubblica.
Il Terzo settore può svolgere un ruolo fondamentale in un simile processo,
quale forza viva e propositiva della comunità locale, con l’apporto decisivo
delle autentiche imprese sociali del territorio, che hanno sempre avuto come
priorità la promozione umana delle fasce più deboli e l’attuazione degli scopi
mutualistici, a cominciare dalla realizzazione di nuove opportunità e migliori
condizioni di lavoro.

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