Piscina, da Napoli arriva l’interdittiva antimafia: si rischia la chiusura

Anche la Polisportiva Avellino, come le altre polisportive della Campania riconducibili alla famiglia Cesaro, è stata raggiunta dall’interdittiva antimafia. A stabilirlo è stata la prefettura di Napoli, a seguito di una segnalazione del comune di Avellino. Il ritardo di questo provvedimento rispetto agli altri è dovuto ad una diversa denominazione societaria. Dopo l’arresto dei fratelli Cesaro, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa, la polisportiva Sant’Antimo, di loro proprietà, che gestiva diverse strutture sportive in vari della Campania, fu immediatamente raggiunta da interdittiva antimafia. Fu proprio la Sant’Antimo a suo tempo a sottoscrivere il project financing con il comune di Avellino per la realizzazione del centro sportivo di via De Gasperi. IN seguito c’è stata la cessione alla Polisportiva Avellino, ma lo stretto legame anche di questa società con i due imprenditori indagati ha spinto la prefettura di Napoli ad emettere il provvedimento.

Per la piscina di Avellino questo significa che ora si rischia concretamente la chiusura immediata. Oltre il pesante patrimonio debitorio, di circa due milioni di euro, ora l’interdittiva antimafia pesa sulla decisione di Palazzo di città di rescindere immediatamente il contratto. Nel caso, fino a che piazza del Popolo non individuerà tramite bando un nuovo gestore, le porte della piscina saranno serrate, e visti i tempi, si rischia una chiusura lunga almeno tutta l’estate.

L’assessore al patrimonio Paola Valentino si è già incontrata questa mattina con i legali dei Cesaro, che avrebbero manifestato la massima disponibilità a collaborare con Palazzo di città per chiudere la pratica nella maniera meno indolore per tutti. Consapevoli che la rescissione del contratto sarà inevitabile, hanno proposto di continuare a gestire temporaneamente la struttura fino a che non si espleti il nuovo bando per l’affidamento, evitando che la piscina resti chiusa per settimane se non per mesi. La Valentino da parte sua sta valutando, cercando di trovare una soluzione nei limiti consentiti dalla legge, con la speranza di salvaguardare gli utenti della piscina e i suoi lavoratori.

I commenti sono chiusi.