La nomina segreta di Irpiniambiente: Boccalone si era dimesso, Gambacorta lo ha riconfermato. Perchè?

Nessuno ne sapeva niente. I consiglieri provinciali cadono dalla nuvole alla notizia della nuova nomina di Boccalone come amministratore unico di Irpinambiente. Contattati al telefono, non ne sa nulla il consigliere con delega all’ambiente Gianluca Festa, non ne sa nulla il vicepresidente di Palazzo Caracciolo Caterina Lengua, stessa cosa per il consigliere Udc Luigi D’Angelis, tanto per sentire l’opinione di un’altra forza politica. Quello di Gambacorta, insomma, è stato un vero e proprio blitz. Sempre ovviamente che valga la buona fede delle dichiarazioni dei consiglieri; anche se, per quanto riguarda il partito democratico, visto com’è finita all’Alto Calore, con l’astensione di Gambacorta che ha dato il via libera all’elezione di Michelangelo Ciarcia, sorgono i dubbi su un accordo sottotraccia. Comunque sia andata (i consiglieri provinciali sia nella buona fede che nella cattiva ne escono malissimo) rimane il problema della trasparenza: nessuno è stato avvertito della manovra, cittadini in primis, che dovrebbero essere messi al corrente su cosa accade all’interno di una società pubblica che si occupa di gestire un servizio fondamentale per l’intera provincia, visto che sono loro a finanziare di tasca propria, incluso lo stipendio dell’amministratore unico.

Eppure qualcosa da raccontare ci sarebbe. Lo scorso giugno infatti Nicola Boccalone ha rassegnato le proprie dimissioni da Irpiniambiente. Le motivazioni si trovano sul verbale dell’assemblea dei soci dello scorso 5 giugno (che sul sito di Irpiniambiente non c’è, sigh!), dove l’amministratore unico spiega di doversi tirare indietro a causa del delicato periodo per l’azienda, che in vista del passaggio di consegne tra provincia e Ato rifiuti, necessitava un piano straordinario in vista del trasferimento di competenze a favore del nuovo gestore che si sarebbe occupato della raccolta rifiuti. “Impegni troppo gravosi che vanno ben oltre la scadenza del mandato dell’amministratore unico” (che si sarebbe chiusa il prossimo gennaio),  ha lasciato a verbale Boccalone, da qui le dimissioni.

Gambacorta a quel punto ha preso atto della scelta del manager accettando le dimissioni, ma poi subito dopo, nel corso della stessa assemblea, ha deciso di assicurare allo stesso Boccalone un nuovo mandato proprio a causa della complessità della fase societaria. Era sconsigliabile, secondo Gambacorta, sostituire l’amministratore unico; la delicatezza del periodo e delle decisioni strategiche da assumere mal si sarebbero conciliate con la nomina di un nuovo amministratore, che dovrebbe perdere molto tempo nel maturare quelle conoscenze, esperienze e competenze che Boccalone aveva già acquisito nel periodo del suo mandato, si legge parola per parola sempre nel verbale. Ergo, Boccalone riconfermato fino al 2020.

Boccalone e Gambacorta se la sono cantata e sa la sono suonata da soli insomma, si direbbe a Roma, ma la musica piacerà agli avellinesi?

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