Metropolitana leggera ferma al palo, ora il Ministero chiede conto

Che fine ha fatto la metropolitana leggera? E’ quello che si sta chiedendo, oltre a tutta la città, anche il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che sull’opera ha investito la modica cifra di 12 milioni di euro, circa la metà del costo complessivo del sistema di trasporto fermo al palo da tempo immemore. Pensata nel 1999, progettata nel 2000, avviati i lavori 15 anni fa per un totale di spesa di 24 milioni di euro, la metro leggera altro non è che la classica filovia che dovrebbe sfrecciare sfruttando l’alimentazione elettrica collegata a un centinaio di pali che da Borgo Ferrovia attraversano la città fino ad arrivare a Valle. L’obiettivo era ridurre l’emissione degli scarichi inquinanti nell’aria, il risultato ottenuto quello di aumentare la rabbia dei cittadini nei confronti di tutte le amministrazioni che si sono succedute, incapaci di portare a termine il lavoro, apparso come uno dei più grandi sprechi di denaro pubblico che Avellino ricordi.

Ad oggi ci si ritrova con gli undici mezzi, pagati 600mila euro l’uno, fermi nel deposito dell’Air da circa cinque anni, con il comune che puntualmente spende più o meno 10mila euro l’anno per assicurarli, mentre l’Air ora ha chiesto circa 70mila euro come spese per la custodia. E mentre la rabbia monta di palo in palo, l’impresa ha quasi ultimato i lavori: piazzate anche le fermate e le telecamere di sorveglianza, il 95% dell’opera può dirsi ultimato, non resta che spostare qualche palo della discordia. Lieto fine? Tutt’altro, perchè il difficile arriva ora. Il comune non ha i soldi per gestirla, stesso discorso per l’Air, che alle prese con la nuova gara regionale del trasporto pubblico locale non sa nemmeno se tra sei mesi resterà sul territorio. La regione tra l’altro, nel bando di gara, non ha messo soldi per la metropolitana leggera.

Insomma, una volta conclusa l’opera, 24 milioni di euro e 20 anni dopo, non può nemmeno partire. E ora il Ministero vuole vederci chiaro: sono stati convocati a Roma domani mattina il dirigente del settore lavori pubblici Luigi Cicalese con rispettivo assessore ai trasporti Rosario De Marco, sul tavolo il passato e il futuro della metro leggera, con il rischio di un maxi risarcimento da milioni di euro nel caso in cui i mezzi non entrino in funzione. Senza nemmeno essere partita, la metro rischia di essere già arrivata al capolinea

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