Provinciali, la necrofilia del centrosinistra lancia Biancardi: è lui il nuovo presidente

Non hanno più nemmeno il coraggio di votarsi tra di loro. Alle provinciali il centrosinistra va oltre il masochismo, è arrivato a un punto in cui si può tranquillamente parlare di necrofilia: la coalizione, morta già lo scorso 4 marzo, era stata perfino seppellita dai cittadini irpini il 24 giugno, gli amministratori democrat e popolari non hanno fatto altro che ballare sopra il suo cadavere.

A Palazzo Caracciolo vince il candidato del centrodestra Domenico Biancardi. Il sindaco di Avella bissa il successo di quattro anni fa di Domenico Gambacorta, ma soprattutto perde Michele Vignola che aveva i numeri per far la voce grossa e si ritrova invece a leccarsi le ferite. Ma è in buona compagnia, visto che la sua coalizione è andata completamente in frantumi.

“Il centrosinistra è immaturo, c’è qualcuno che gioca al massacro”, commenta amaro il segretario del partito democratico Giuseppe Di Guglielmo, che incassa in pochi mesi due sconfitte sanguinosissime, e che dell’immaturità di via Tagliamento avrebbe dovuto accorgersene già quando ne fu eletto alla guida con mezzo partito sull’aventino. Ha preferito invece far finta di nulla, gli è arrivato un conto salato.

A tradire però non è stata solo una bella fetta dei decariani, suo acerrimi rivali, che non hanno digerito l’ennesimo accordo con De Mita, ma quoque lui, Gianluca Festa, il suo sponsor principale. Festa ha voluto dimostrare che il fronte del governatore era alla frutta e ci è riuscito, la prospettiva quella di annichilire via Tagliamento e Nusco in vista delle amministrative di maggio: convinto che il Pd sia ormai una zavorra piuttosto che una risorsa, per il capoluogo sembra pronto a lanciare un fronte civico, anche perchè a via Tagliamento avrà poco da poter pretendere: se la strategia sia valida, lo scopriremo solo a maggio, sempre che si ritorni effettivamente al voto.

Da annali la presa di posizione di Alaia, la cui lista fa un’exploit eleggendo tre consiglieri, che ammette candidamente di aver sostenuto Biancardi e allo stesso tempo sostiene di far parte del centrosinistra. D’Agostino fa perfino peggio, avendo fatto lo stesso ma senza il coraggio di dirlo apertamente. L’a-politica 2.0.

Ma se il Pd piange, non sorridono certamente i Popolari. Petracca aveva annusato l’aria di una clamorosa sconfitta e non a caso aveva sostenuto la necessità di un candidato unico che potesse celare almeno per il momento i problemi del centrosinistra. De Mita non ne ha voluto sapere e forse è il caso che prenda atto di non essere più un valore aggiunto, ma tutt’altro: i dati di Atripalda, Monteforte, Serino, Montoro e Solofra ma anche Lioni, laddove si è scavato il vero solco tra Vignola e Biancardi, laddove si è assistito al crollo di un determinato sistema, lo dovrebbero indurre a  riflettere; stesso discorso per il compagno di merende di Palazzo Santa Lucia, il governatore De Luca, che elettoralmente parlando dopo la sua elezione le sta sbagliando tutte.

Gioisce invece il centrodestra, che conferma i dati di Forza Italia, cresce con la Lega e abbraccia movimenti civici. Quattro anni fa quella di Gambacorta fu una vittoria di Pirro, che non si tradusse nel voto popolare sui territori, ora le cose potrebbero cambiare in viste delle prossime amministrative che chiameranno al voto la metà dei comuni irpini. A livello nazionale la coalizione viaggia a vele spiegate, rosicchiando piano piano 5Stelle e Pd, se il vento sta girando anche in Irpinia si vedrà.  Il voto delle provinciali non è da leggere solo come una vittoria figlia del tradimento nel centrosinistra, ma sostenuta  anche di una maggior affidabilità che il centrodestra ha garantito con Gambacorta e laddove amministra. A fornire una prova, l’altro indizio che viene dal cugino Sannio: anche a Benevento il centrodestra esulta per aver eletto il nuovo presidente.  Se faranno lo stesso pensiero, oltre agli amministratori, anche i cittadini, l’Irpinia tra qualche mese potrebbe cambiare decisamente direzione

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