Comune, si attende il dissesto. Ma Cipriano e Festa si preparano già per il dopo Ciampi

Il 26 novembre. L’amministrazione Ciampi ha una data di scadenza, su cui paiono concordare le forze d’opposizione, nonchè firmatari della mozione di sfiducia. Partito Democratico, Popolari, Festa e Cipriano sembrano intenzionati a voler concedere a Ciampi la possibilità di portare in aula il dissesto prima di chiudere la consiliatura e stanno valutando di calendarizzare in consiglio la sfiducia l’ultimo giorno utile, appunto il 26.
Per portare la delibera di dissesto, che se approvata sancirebbe il fallimento del comune di Avellino, serve in allegato una relazione dettagliata da parte dei revisori dei conti, che non hanno un termine per definirla, ma venti giorni per l’opposizione sono più che sufficienti.
Soprattutto da parte loro c’è una gran voglia di chiudere anzitempo una consiliatura definita nefasta per la città, con il sindaco in balia dei pochi numeri forniti dalla tornata elettorale e con una scarsa propensione al dialogo. Non a caso i movimenti in vista del ritorno al voto sono già cominciati.
I più attivi Cipriano e Festa. Il primo sembra voler ridisegnare una nuova area di centrosinistra, tenendo fuori Pd e Popolari. La raccolta firme per trasformare la sua lista civica “Mai Più” in un vero e proprio movimento politico è già partita; nel segno di Gerardo Bianco Cipriano sarebbe il candidato a sindaco di un gruppo supportato politicamente da Gerardo Capozza e dai democrat logori dalle dinamiche di via Tagliamento, e pure il consigliere Enzo Alaia ci starebbe facendo un pensierino, riproponendo lo schema visto alle provinciali.
Della partita non sarà Festa: anche lui va ritagliandosi uno spazio fuori dal centrosinistra proposto sino ad oggi, lontano anni luce dai popolari, cercando di tirarsi dietro il carretto del Pd. Festa questa volta sarà candidato, con o senza partito democratico, affiancato da D’Agostino e provando a stuzzicare Alaia; a dargli manforte potrebbe esserci anche un vecchio amico, quel Livio Petitto che come Festa ha bocciato Vignola e lo schema con De Mita alle provinciali, è in aperto scontro da tempi con via Tagliamento e ora pare pronto a sostenerlo in cambio di un futuro soccorso alle regionali.
Prima però bisogna far cadere Ciampi e bloccare il dissesto. I due sul punto sembrano viaggiare all’unisono; tentennano sul da farsi, ma non faranno retromarcia sulla sfiducia, il resto del Pd e Popolari, che dopo la batosta a Palazzo Caracciolo devono ancora capire come riorganizzarsi. Ma di tempo ce n’è fin troppo e tutto può succedere. Dopo ovviamente, e se, Ciampi lascerà anzitempo Palazzo di Città

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