Politiche sociali, bandi a tutto andare: chi sta incastrando l’azienda consortile?

Ma il Comune di Avellino e gli altri sindaci fanno davvero sul serio sul piano di zona? Davvero hanno intenzione di far partire l’azienda consortile, che dovrebbe risolvere gli annosi problemi delle politiche sociali? Diventa lecito chiederselo, dopo alcune decisioni prese tra gli uffici di Palazzo di Città.
La prima, già nota, l’affidamento dell’ufficio di piano: un bando uscito verso la fine di agosto che verrà aggiudicato il prossimo lunedì, 155mila euro in palio per nove posti di lavoro che dovrebbero occuparsi per i prossimi 12 mesi di redigere le progettualità dell’ambito. Peccato che di psicologi o sociologi nell’equipe nemmeno l’ombra e i risultati negli ultimi anni si sono visti.
Non contento, il coordinatore dell’ambito, il dirigente del Comune di Avellino Luigi Cicalese, assieme ai colleghi del predetto ufficio di piano, dove lavorano da anni di bando in bando (da loro redatti,ndr) gli operatori della cooperativa Eco di Scafati, hanno deciso di affidare, sempre per 12 mesi, per la cifra di 160mila euro, l’appalto per la segreteria sociale dell’ambito. Ora, se davvero si vuole costituire l’azienda consortile a cui affidare tutti i servizi, come mai questa assegnazione a lungo termine?
Ultimo sospetto, il pon inclusione: un milione e settecentomila euro pronto a fornire 36 posti di lavoro, a persone che si dovranno occupare delle prese in carico dei cittadini indigenti. Un servizio che i sindaci avevano chiesto di mettere a bando con gara unica. Palazzo di Città ha preferito invece agire di propria iniziativa, spacchettando i servizi, con assegnazioni a pioggia.
E torniamo a chiederci se c’è davvero di rompere questo stato di cose: la risposta arriverà a breve, quando Ciampi porterà in aula la proposta dell’azienda consortile

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