Av-Na, il treno lumaca: da dicembre ci metterà un’ora e quarantadue minuti per arrivare a Napoli

Più che un treno un brucomela. Stiamo parlando dell’Avellino-Napoli, la tratta ferroviaria reinserita circa due anni fa dalla Regione Campania, che dal prossimo dicembre allungherà ancora di più i già eterni tempi di percorrenza del percorso.

Quando fu inaugurato, il minuetto a diesel di Ferrovie dello Stato aveva già un orario poco concorrenziale rispetto ai pullman: la partenza era fissata alle 6.20 da Borgo Ferrovia, l’arrivo a Napoli previsto alle 7.50. Un’ora e trenta, meglio di niente, si partiva da zero, la speranza e la promessa era che i tempi man mano si sarebbero accorciati. E invece è avvenuto tutto il contrario.

A partire dal prossimo 4 dicembre, quando Trenitalia presenterà i nuovi orari, l’Avellino Napoli impiegherà un ora e quarantadue minuti per percorrere la tratta. 102 minuti per compiere 59 chilometri (che però i binari allungano in 81 km passando da Nocera) di viaggio: un treno a vapore dell’ottocento avrebbe fatto di meglio. Partenza alle 6.18, arrivo a Napoli ore 8.00 in punto. Il ritorno si va addirittura oltre, toccando l’ora e quarantasette minuti. Si parte alle 17.05 dal capoluogo partenopeo, si arriva ad Avellino, invecchiati, alle 18.52.

Rispetto a due anni fa nel frattempo si è aggiunta una nuova fermata, oltre a passare da Solofra,Montoro, Mercato San Severino, Nocera e Pompei, ora il treno fa tappa anche a Castel San Giorgio Roccapiemonte, la novità e il motivo dell’allungamento dei tempi è  aver reso strutturale un ritardo che il treno accumulava quotidianamente lungo il suo percorso.

Per rendere ancor di più estremamente concorrenziale, si fa per dire, la locomotiva, la Regione ha ben pensato di aumentare il prezzo del biglietto: due anni fa costava quattro euro e settanta, già da giugno siamo a cinque euro e venti. Più tempo ci mette insomma più costa.

Certo, i dati sui passeggeri che salgono dall’Irpinia sono poco confortanti (vedi la tabella nel video), poche le decine di avellinesi che salgono in carrozza,  non spingendo la regione a investire, ma è un cane che si morde la coda: se si offre un servizio così scadente, la domanda sarà naturalmente tale. Qualcuno, da Avellino, Montoro o Solofra dovrebbe iniziare a fare la voce grossa, altrimenti si compirà il vero obiettivo della Regione, cui interessa evidentemente solo la tratta a partire da Mercato San Severino: Avellino il prossimo cambio orario a giugno rischia di rimanere, ancora una volta, tagliata fuori del tutto.

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