Le verità nascoste: scandalo nella diocesi di Avellino

Una registrazione nascosta rischia di scuotere dalle fondamenta la Diocesi di Avellino. L’inchiesta a puntate del giornalista Franco Genzale pubblicata su Orticalab mina la credibilità, e non solo, della Chiesa irpina e dei suoi vertici.

I fatti: ricorderete la storia del ‘corvo’, dei volantini sparsi in città con dure accuse di presunti abusi sessuali i cui protagonisti sarebbero stati alcuni parroci di provincia. Le telecamere di videosorveglianza inchiodarono Don Enrico, ora ex parroco della chiesa di Valle, mentre li distribuiva; varie denunce di messaggi hot inviati dallo stesso Don Enrico ad alcuni fedeli chiusero lì la vicenda, che era apparsa in un primo momento un tentativo da parte dello stesso Don Enrico di creare ‘ammuina’ all’interno della Diocesi avellinese per coprire le proprie colpe.

Ma gli sviluppi potrebbero dire altro. Una pen drive, con una registrazione di un collegio presbiteriale che si è svolto al Loreto proprio i giorni seguenti la diffusione di quei volantini, quando la Curia avellinese temeva lo scoppio di uno scandalo, è arrivata tra le mani di Franco Genzale. L’ascolto ha lasciato basito il direttore, che non può, fermato dalla privacy, pubblicarne i contenuti, ma lo spirito giornalistico lo ha obbligato a diffonderne il cuore di ciò che si dice, o meglio, che non si vuole dire. Pare infatti che uno dei partecipanti a quel concilio, composto dall’intero clero irpino, Vescovo Arturo Aiello compreso, abbia affermato che pur a conoscenza di uno scandalo sessuale all’interno della Chiesa avrebbe negato perfino davanti ai magistrati, e anzi, aggiungerebbe di averlo già fatto.

Ci sono stati dunque gli abusi sessuali? E c’è qualcuno che li copre, o che li coprirebbe? C’è omertà all’interno della Diocesi irpina? E chi è che ha pronunciato quella frase, così distante non solo dalla legge, ma anche dall’insegnamento del Vangelo? Saranno la procura e Papa Francesco a darci, possibilmente, risposta. O magari, semplicemente, Mons. Arturo Aiello, se ci farà la Grazia di dire la sua sulla vicenda

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