Tunnel, nuovo braccio di ferro ditta-comune: l’opera rischia di rimanere incompiuta

Tunnel, come annunciato, è partito l’ennesimo braccio di ferro tra il comune di Avellino e la ditta. Sul punto a riguardo avevamo pochi dubbi: ritrovarsi a tre mesi dal termine della conclusione dei lavori fissato dall’Europa, pena la perdita dei fondi, con il provveditorato delle opere pubbliche che richiede ulteriori lavori di impiantistica relativi alla sicurezza, non poteva che portare a nuovi malumori che ora mettono a serio rischio il completamento del cantiere.

L’ingegnere Michele Candela, il dirigente del comune di Avellino e grande protagonista da dieci anni dell’intera vicenda (giudicate voi se in positivo o in negativo), sta spingendo sulla ditta affinchè inizi la prima serie di lavori richiesti dal provveditorato: i sensori di allarme in caso di allagamento del sottopasso, posizionamento dei dissuasori di velocità, un miglioramento nella ventilazione e il sistema di videosorveglianza. Per realizzarli, lo stesso Candela ha predisposto l’utilizzo di circa 150mila euro, attinti dalla economie di spesa dei lavori. Dall’altra parte invece la D’Agostino, la ditta che ha tra le mani l’appalto, si sta facendo i suoi conti, e soprattutto non ha una gran voglia di riprendere i lavori con la spada di Damocle della pronuncia definitiva del provveditorato.

Eh già, perchè il progetto del tunnel non ha ancora un parere positivo formalizzato, e i troppi dubbi che ruotano attorno al sottopasso non lasciano ben sperare.

In tutto questo, oggi è 14 gennaio, e seppur i lavori strutturali siano finiti, come si può ben vedere, con la strada perfino asfaltata, è impossibile pensare che il resto dei lavori, collaudo incluso, possa concludersi entro il 31 marzo. Anzi, la possibile necessità di una nuova perizia di variante incombe sul tunnel dopo il responso del provveditorato. E allora rilanciamo la fatidica domanda: Candela e Priolo, potete dirci quando saremo fuori dal tunnel?

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