Elezioni, iniezioni di veleno nel centrosinistra

Un vero e proprio percorso a ostacoli quello della composizione del perimetro di centrosinistra in vista dell’appuntamento con le amministrative del capoluogo. Dove ogni commensale del tavolo di Via Tagliamento deve guardarsi dalle mosse del proprio vicino di sedia, in un balletto di trabocchetti, tranelli, insidie, veti incrociati che rischiano di avvelenare il campo prima ancora di averlo delimitato. Programma e città sono finiti in un angolino, per ora si assiste a un continuo braccio di ferro per decidere chi conta e comanda, e di conseguenza il candidato apicale.

A cominciare il partito democratico, che ha messo sul tavolo tre nomi a perdere, due dei quali, Ivo Capone e Ida Grella, persino smentiti dagli interessati; mentre quello di Antonio Gengaro ora diventa il candidato giusto, ma solo per rompere tutti gli equilibri e richiamare le folate di un controvento che si era spento, per spirare ora di nuovo dalla finestra. Divide et impera, il gioco appassiona la politica dai tempi di Filippo il Macedone, utilizzato con maestria a Nusco, per mettere i dadi tra le mani dei popolari.

E sul Mattino si crea la rottura tra Cipriano e i demitiani, per un veto incrociato che farebbe saltare il tavolo, con Antonio Gengaro che da provocazione diventa provocatore. E Cipriano si trova costretto a smentire la ricostruzione, lasciando a facebook il suo pensiero. “Ero e rimango in religioso silenzio e con questo spirito ascolto, partecipo, parteciperò e contribuiro’ ad ogni iniziativa utile allo scopo.Nessuno si affatichi ad interpretare o strumentalizzare il nostro pensiero. Quando avremo qualcosa da dire, saremo noi a dirlo” conclude nel post.

Nessun veto a nessuno per ora insomma, anche se eventuali alleanze andranno ben motivate.

Così il prossimo tavolo si preannuncia bollente, intanto la sinistra si tira fuori definitivamente e Giancarlo Giordano convoca un’altra assemblea pubblica per mercoledì

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