Caso Alto Calore, Ciarcia tenta di smentire: ma ogni parola è una conferma

Debiti non pagati all’Alto Calore, il presidente Michelangelo Ciarcia tenta di smentire attraverso una serie di interviste la nostra ricostruzione, ma ogni volta che parla continua solo a confermare la veridicità dei fatti da noi raccontati. Che sono evidenti: la Incanto srl, società di cui Ciarcia è stato membro del cda dal 2009, lo ammette lui stesso, e poi socio con la sua azienda di famiglia, la Emmepienne srl, dal 2013, deve all’Alto Calore oltre 48mila euro. Che non paga più, e anche qui carta canta, dal giugno 2015, anno in cui lo stesso Ciarcia (precisamente ad aprile) entra a far parte del collegio dei revisori dell’Alto Calore.
Nella sua descrizione dei fatti, sul Mattino Ciarcia sostiene che la mole debitoria della società è pregressa al suo ingresso in società; ci tocca dover constatare, sempre documenti alla mano, che l’Incanto ha stipulato due rateizzazioni per mettersi in regola con la sua esposizione debitoria. La prima a ottobre 2011, era pre-Ciarcia (anche se l’amministratore di Alto Calore, per sua stessa ammissione, faceva già parte del cda della società), regolarmente saldata a fine 2012; poi, proprio quando Ciarcia entra in società, nel 2013, rilevando il 22% delle quote dell’Incanto, l’azienda accumula altri debiti con Acs e stipula un’ulteriore rateizzazione a febbraio 2015. Di cui paga solo le prime quattro rate, nel frattempo ad aprile Ciarcia diventa membro del collegio dei revisori di Corso Europa e le bollette non vengono più pagate, anche questo è un dato di fatto, fino ad arrivare a un debito accumulato di 31mila euro, a cui si aggiungono ulteriori 16mila euro di fatture inevase, datate 2016.
“Cose vecchie”, commenta Ciarcia al Quotidiano del Sud, “tirate fuori ad arte in campagna elettorale”. Ora, non ci risulta che Ciarcia sia candidato a sindaco. Vorremmo invece capire perchè i suoi debiti sarebbero roba vecchia, quando l’ultimo pagamento non pervenuto è datato 2017, mentre Ciarcia e la Crearci, la società di riscossione a cui si è affidata l’Alto Calore per il recupero crediti, vanno perfino a caccia di bollette di 25 anni fa quando si tratta di tutti gli altri cittadini avellinesi.
Eh già, la Crearci, ultimo interrogativo rimasto inevaso: perchè il debito della società di Ciarcia non le è stato assegnato per il recupero crediti? Ciarcia sul Mattino sostiene che si tratta di un debito in itinere, e dunque gestito direttamente dalla sede di Alto calore. Ma in itinere, a noi, risultano solo le dichiarazioni dello stesso Ciarcia che arrampicandosi sugli specchi, passa dall’accusarci di “fake news” su The Wam, dove minaccia addirittura querele, a commentare “cose vecchie” sul Quotidiano del Sud, senza però negare i fatti, per poi fare un’altra ricostruzione a piacimento sul Mattino. Ogni giornale una versione diversa. Mentre quel debito e quella rateizzazione restano uguali e fermi al 2015 invece, altro che pratiche in itinere.
Consigliamo a Ciarcia di smettere di apostrofarci e di iniziare a pagare dando per primo il buon esempio. O non si meravigli se i cittadini si comporteranno di conseguenza, iniziando a imitarlo: così all’Alto Calore non si salverà più nessuno, lui in primis

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