Piano di zona, sono 15 i candidati per il posto da direttore generale

E’ scaduto lo scorso 5 agosto il termine per la presentazione delle domande all’avviso pubblico per la ricerca del direttore generale della nuova azienda consortile che gestirà il piano di zona.
Sono 15 in tutto i professionisti che hanno inoltrato il loro curriculum. Questa mattina l’assemblea dei sindaci ha avviato la procedura di nomina dei tre commissari che saranno chiamati a valutare l’idoneità dei richiedenti in base ai requisiti previsti nel disciplinare di gara per poi procedere alla scelta del dg: verrà selezionato il candidato che otterrà il maggior punteggio rispetto ai criteri e parametri fissati dagli stessi primi cittadini.
I tre commissari saranno nominati tra i segretari generali dei comuni che fanno parte dell’ambito sociale a4, la nomina del direttore generale permette alla azienda consortile di diventare una volta per tutte operativa, con la speranza che la nuova formula societaria possa superare l’impasse che fino ad oggi ha impedito di fornire servizi e assistenza alle famiglie bisognose di Avellino e del suo hinterland.
Ricordiamo che il piano di zona è l’ambito socio-sanitario che deve occuparsi di garantire sostegno alle persone indigenti e più in difficoltà della popolazione: poveri, anziani, bambini e disabili. Da quando è nato, circa dieci anni fa, il piano di zona di Avellino invece si è contraddistinto solo per gli scontri politici e l’inefficienza amministrativa, che hanno bloccato bandi e la programmazione del piano di zona.
Una curiosità: già prima che venisse pubblicato il bando per la ricerca del nuovo direttore generale, prima ancora dunque che venissero fissati anche criteri e requisiti, presso la nostra emittente è pervenuta una lettera anonima al cui interno, così è scritto sulla busta che la contiene, ci sarebbe già il nome del professionista prescelto. Non l’abbiamo aperta, decidendo di affidarla tra le mani del vice presidente della Caritas Don Vitaliano, con la speranza che il nome contenuto all’interno non corrisponda al candidato selezionato dalla commissione.
Ce lo auguriamo non facendo evidentemente una discriminazione sul nome del professionista, di cui non mettiamo assolutamente in dubbio le qualità, anche se non sappiamo ancora oggi di chi si tratti; il nostro disappunto però sarebbe sul metodo. In un ambito così delicato trasparenza e merito sono imprescindibili per mettersi alle spalle dieci anni di fallimenti e zone d’ombra.

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