Coronavirus, primo guarito a Mercogliano: dopo la grande paura l’infettivologo torna a casa

Quinta guarigione in Irpinia dal coronavirus, la prima tra gli undici casi positivi registrati nel comune di Mercogliano. E’ tornato a casa il medico 53enne, infettivologo del policlinico di Napoli, uno dei primi casi positivi al Covid segnalati in Irpinia. L’uomo è stato dimesso dall’ospedale Cotugno di Napoli dove era in cura

Piuttosto tortuoso il cammino verso la guarigione del medico: il 53nne, accusati i primi sintomi, si era messo in isolamento presso la sua abitazione richiedendo di venire sottoposto a tampone, sospettando di avere contratto il coronavirus. E’ stato lo stesso policlinico di Napoli, dove l’uomo lavora, ad occuparsi di eseguire il test tramite assistenza domiciliare: l’esito confermò i dubbi dell’infettivologo. Soffrendo all’inizio solo di una leggera febbre, per l’uomo non venne deciso il ricovero in ospedale e dunque il 53enne proseguì l’isolamento domiciliare sotto la sorveglianza sanitaria dell’Asl.

Ma il virus ha iniziato a procurargli problemi respiratori: da qui la necessità del successivo ricovero, prima al Moscati poi al Cotugno di Napoli, dove era già iniziata la sperimentazione del tocilimuzab, la cosiddetta cura Ascierto, che poteva venire utile al paziente in caso di un ulteriore aggravio delle sue condizioni.

Ma al Cotugno, ricoverato presso il reparto di malattie infettive del nosocomio napoletano, l’uomo fortunatamente ha visto migliorare le sue condizioni di salute, anche se ha avuto la necessità di essere collegato all’ossigeno per favorire la respirazione, provata dalla polmonite che gli ha causato il Covid. Il medico ha risposto bene alle cure dei suoi colleghi, dopo 10 giorni di ricovero il suo quadro clinico è tornato alla normalità e i tamponi di controllo hanno dato esito negativo: nessuna traccia del coronavirus, l’uomo ha potuto far rientro a casa dalla sua famiglia.

Quella del medico è la quinta guarigione dal coronavirus in Irpinia, dopo quella di due donne di Ariano e di due pazienti di Savignano Irpino

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