Polveri sottili, 35 sforamenti: Avellino è già fuorilegge ad aprile

Smog, Avellino ad aprile ha già consumato tutti i bonus. Con l’ennesimo sforamento registrato ieri dalla centralina della scuola Dante Alighieri, il capoluogo raggiunge infatti quota 35, cioè il numero massimo consentito dalla legge nell’arco di un anno.
È la prima volta che accade in tempi così brevi. Avellino ha sempre avuto, per una serie di fattori, il problema delle polveri sottili, un’alta concentrazione di pm10 che ha sempre fatto finire il capoluogo irpino al fondo delle classifiche ambientali nazionali per la qualità dell’aria. Ma mai era arrivata a tali livelli in soli quattro mesi. E si tratta dell’unica città campana ad aver raggiunto l’infelice primato: Napoli (29), Caserta (16 ), Benevento (22) e Salerno ( 14) hanno ancora diversi bonus da potersi giocare.
Non è servita alla causa nemmeno l’emergenza coronavirus, che ha bloccato il traffico veicolare e praticamente azzerato la circolazione dei pullman da più di un mese. Negli ultimi 40 giorni infatti le polveri sottili hanno continuato a galoppare: le auto dunque incidono ben poco sulla produzione di pm10.
Tesi sostenuta fin dall’inizio dal sindaco Festa, che però allo stesso tempo ha fatto ben poco per arginare l’inquinamento: il primo cittadino ha deciso di non voler prendere in considerazione il protocollo antismog che l’ex commissario Priolo sottoscrisse in prefettura assieme ai sindaci dell’hinterland, limitandosi a una tardiva ordinanza i primi di febbraio (quando gli sforamenti erano già arrivati a 20 nel solo mese di gennaio), prorogata poi fino alla fine di marzo, in cui si vietavano i roghi agricoli e si annunciava una stretta su forni, camini, stufe a pellet e controlli con tanto di opacimetro alle auto. Di tutte queste verifiche non si hanno riscontri. Come non si hanno notizie del censimento e delle verifiche alle caldaie, probabilmente, per esclusione, una delle cause principali dell’inquinamento cittadino.
Infine, nonostante la alte concentrazioni di polveri sottili, il sindaco ha scelto di non prorogare l’ordinanza antismog anche per il mese di aprile e ha fino ad oggi disatteso il confronto con gli altri primi cittadini dei comuni ai confini con Avellino, con cui avrebbe dovuto condividere le misure da mettere in campo. Prima fra tutti, estendere il divieto di roghi agricoli a tutto il circondario.
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