Anche l’Irpinia piange il vescovo D’Alise ucciso dal Covid

Ad Ariano Irpino tutti lo ricordo come il vescovo del sorriso. Per 10 anni – dal 2004 al 2014 – ha retto la diocesi del Tricolle. In prima linea a difesa del territorio: memorabile la battaglia contro la riapertura della discarica di Difesa Grande, determinante il suo impulso per il rilancio della Caritas. Ieri alle 6.30 è morto monsignor Giovani D’Alise, vescovo di Caserta. Il 30 settembre scorso era stato ricoverato nel reparto Covid dell’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano, dopo essere risultato positivo al tampone. Si tratta del primo alto prelato ucciso dal Coronavirus in Italia. Il quadro clinico era apparso sin da subito molto delicato: 72 anni, alle spalle problemi cardiologici. Soffriva anche di diabete. Era quindi un paziente ad altissimo rischio. Le sue condizioni non sono mai migliorate. Al cordoglio della Cei, espresso dal presidente, il cardinale Gualtiero Bassetti, si è aggiunto quello del sindaco di Caserta Carlo Marino. Dolore e commozione ad Ariano Irpino. Mercoledì alle 16.30 messa in suffragio nella cattedrale.

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