Tre anni a contributo zero per assunzioni under 35: la Cgil boccia il governo
Secondo Franco Fiordellisi, segretario della Cgil irpina, non ci saranno ripercussioni strutturali e positive sul mercato del lavoro ma solo vantaggi per le imprese: «Il rischio è che si determini l’effetto “porta girevole”, ovvero che il blocco dei contributi per gli under 35 si trasformi nell’occasione per licenziare personale più fragile e avanti negli anni e per rimpiazzare quelle posizioni sfruttando le condizioni di vantaggio garantite dalla manovra»
Chi assumerà giovani under 35 avrà i contributi integralmente pagati dallo Stato per tre anni. Questa la misura choc inserita nella manovra appena approvata dal governo per provare a rilanciare il mercato del lavoro con particolare riferimento all’occupazione giovanile. Una misura che per quanto concerne le aziende meridionali si affianca al finanziamento, per sei miliardi di euro, della decontribuzione del 30 per cento per tutti i lavoratori del Mezzogiorno, partita proprio questo mese con il Dl agosto.
Misure il cui combinato disposto restituisce alle nostre imprese, almeno sulla carta, un contesto estremamente favorevole per assumere giovani e per investire in nuove competenze. I sindacati, però, guardano alle ricadute di queste misure con una certa preoccupazione, in particolare la Cgil irpina.
Il rischio, secondo il sindacato guidato da Franco Fiordellisi, è che si determini «l’effetto “porta girevole”, ovvero che le imprese guardino al blocco dei contributi per gli under 35 come all’occasione per licenziare personale più fragile e avanti negli anni e per rimpiazzare quelle posizioni sfruttando le condizioni di vantaggio garantite dalla manovra». E lo stesso discorso andrebbe esteso alla decontribuzione del trenta per cento per tutti i lavoratori del Mezzogiorno, perché «si tratta di una misura generalizzata e libera da qualsiasi vincolo. Diverso sarebbe – chiosa Fiordellisi – se queste misure fossero legate ad investimenti su formazione e innovazione. Così come sono state concepite possono rappresentare misure utili per le imprese ma difficilmente avranno ricadute strutturali e positive sul mercato del lavoro».
I commenti sono chiusi.