Sforamenti polveri sottili: “I sindaci devono intervenire con urgenza”

Nella sentenza del tribunale di Avellino che condanna l'ex sindaco Paolo Foti, primo caso in Italia, i giudici inchiodano i primi cittadini alle loro responsabilità sulla questione ambientale. Ma intanto in città si registra l'ennesimo sforamento e il sindaco Festa continua a rimanere inerte

“Il sindaco, come pubblico ufficiale preposto alla specifica materia, era obbligato ad intervenire con urgenza a fronte degli sforamenti oltre soglia registrati dalle centraline Arpac, che costituiscono segnali di allarme ai danni della salute pubblica”: è questo il cuore della sentenza, appena pubblicata dal Quotidiano del Sud, attraverso cui il tribunale di Avellino ha condannato un mese fa l’ex sindaco Paolo Foti per l’inquinamento atmosferico da polveri sottili.

Si tratta della prima sentenza in Italia che mette giustizia sul punto e inchioda alle proprie responsabilità i primi cittadini, massime autorità sanitarie nei comuni di cui sono alla guida. Ogni primo cittadino è dunque obbligato a intervenire con urgenza nel caso in cui gli sforamenti salgano oltre la soglia massima consentita dalla legge e non è necessaria, a loro difesa, la prova tra l’omissione e il danno effettivo, in quanto quello cagionato alla salute viene considerato reato di pericolo.

Ma nonostante il precedente, in città le cose non sono affatto cambiate. Le polveri sottili galoppano, le centraline Arpac proprio ieri hanno segnalato l’ennesimo sforamento che porta il totale a 53, quasi il doppio di quelli consentiti dalla legge (record negativo mai raggiunto dal capoluogo), ma sul punto il sindaco Gianluca Festa continua a rimanere inerte, sfidando dunque anche la legge e la procura. Ma soprattutto dimostrando di non pensare a sufficienza al rischio per la salute dei suoi cittadini

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