Tamponi rapidi da medici di famiglia e in farmacia

I camici banchi irpini: "Si può fare, ma solo se ci dotano degli strumenti per garantire la sicurezza ai pazienti"

L’obiettivo è decongestionare il sistema di testing e dunque il tracciamento. Presto i i cosiddetti tamponi rapidi potrebbero entrare negli studi dei medici di base e in farmacia. L’annuncio del ministro della Salute Speranza a margine dell’ultima riunione con le Regioni ha messo in fibrillazione l’intero apparato anche in provincia di Avellino. Non sarebbe una novità assoluta per il Paese: gli antigenici vengono eseguiti in farmacia già da tempo a Trento.
“Agevolare i cittadini è una delle priorità della nostra attività” – ha fatto notare Francesco Sellitto, presidente dell’ordine dei medici di Avellino che ha aggiunto: “Ovviamente occorre creare le condizioni per operare in sicurezza”. Ed è su quest’ultimo aspetto che insistono gli stessi medici di famiglia. “Tutto si può fare, ma va fatto tutelando la dignità del paziente e dell’operatore” – dice Ludovico De Vito, responsanbile provinciale della Federazione italiana medici di medicina generale. L’altra criticità da affrontare riguarda la comunicazione dei dati al servizio di epidemiologia e prevenzione dell’Asl. “Il personale è poco ed è già oggi in affanno – dice il dottore De Vito – non sono immaginare cosa possa succedere quando arriveranno altre centinaia e centina di tamponi”. Sull’altra sponda, invece, in attesa di disposizioni ufficiali, restano in stand by i farmacisti irpini.

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