Bruno: «Un terzo degli stipendi del settore pubblico ai lavoratori del privato»

La provocazione del Presidente di Confindustria Avellino

Il numero uno di Confindustria Avellino, Pino Bruno, mette sul tavolo la proposta di un patto di solidarietà nazionale per reggere agli urti delle nuove stringenti misure appena approvate dal governo e di un eventuale secondo lockdown.

IL presupposto da cui parte il Presidente di Confindustria è nei fatti, ovvero nell’osservazione di quanto accaduto in occasione della prima serrata di primavera, quando tutti i lavoratori dipendenti della pubblica amministrazione hanno continuato a percepire piena retribuzione, nonostante il livello di produttività e l’impegno profuso non fossero in alcun modo comparabili con i parametri contrattuali, mentre l’altra parte del Paese, ovvero la compagine dei lavoratori del privato, si è ritrovata mortificata, a fare i conti con i parametri della cassa integrazione, dunque con un livello retributivo mediamente intorno al 30-40% della propria ordinaria remunerazione.

Inoltre, sottolinea Bruno, tantissimi lavoratori hanno percepito con ritardi biblici ed indegni di un Paese civile i pochi soldi previsti dagli ammortizzatori sociali, e molti sono ancora in attesa dell’erogazione.

Qualora si dovesse tornare al blocco generalizzato delle attività, posto che l’ultimo Dpcm già introduce un semi lockdown, sarebbe utile e doveroso, secondo il numero uno degli industriali irpini, trasferire un terzo delle retribuzioni complessive dei dipendenti della pubblica amministrazione a beneficio dell’altra parte del Paese.

Che non è rappresentata solo dagli operai privati e dei loro colleghi – sottolinea Bruno – ma anche dai lavoratori autonomi, in special modo gli esercenti di attività di piccole dimensioni, che in questa condizione rischiano il fallimento.

Una proposta, quella del Presidente Bruno, destinata a segnare il dibattito sulle misure da mettere in campo per garantire la tenuta del sistema e la pace sociale.

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