“Sisma 1980, dopo 40 anni ferite ancora aperte”

Papa Francesco durante l'Angelus di domenica ha voluto mandare un messaggio di vicinanza alle popolazioni colpite da quel terribile disastro. Oggi ad Avellino, in segno di rispetto, alle 19,34, si terrà un minuto di silenzio, come richiesto dalla Prefettura.

A quarant’anni dal terremoto del 23 novembre 1980 in Irpinia, Papa Francesco durante l’Angelus di domenica ha voluto mandare un messaggio di vicinanza alle popolazioni colpite da quel terribile disastro. “Desidero inviare un pensiero speciale alle popolazioni della Campania e della Basilicata – ha detto il Sommo Pontefice durante l’Angelus di oggi – a 40 anni dal disastroso terremoto che ebbe il suo epicentro in Irpinia e seminò morte e distruzione. Quell’evento drammatico, le cui ferite anche materiali non sono ancora del tutto rimarginate, ha evidenziato la generosità e la solidarietà degli italiani. Ne sono testimonianza tanti gemellaggi tra paesi terremotati e quelli del nord e del centro i cui legami ancora sussistono queste iniziative hanno favorito il faticoso cammino della ricostruzione e soprattutto la fraternità tra le diverse comunità della Penisola”. Erano le 19,34 del 23 novembre del 1980 quando si avvertì la prima terribile scossa del terremoto di magnitudo 6.9  con epicentro in Irpinia, che in 90 secondi devastò la Campania, la Basilicata e una parte della provincia di Foggia, provocando danni enormi, circa 3mila vittime. Circa 300mila gli sfollati. Oggi ad Avellino, in segno di rispetto, alle 19,34, si terrà un minuto di silenzio, come richiesto dalla Prefettura.

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