Non solo la Lioni – Grotta, l’Irpinia del 2020 è ancora una provincia isolata

Lo stralcio dalla prossima legge di bilancio dei 36 milioni di euro per i lavori di completamento della Lioni-Grottaminarda rappresenta solo l'ultimo schiaffo ad una provincia che ormai da decenni prova a venire fuori da un drammatico isolamento infrastrutturale. Ecco il quadro

Lo stralcio dalla prossima legge di bilancio della norma che proponeva di assegnare 36 milioni di euro per i lavori di completamento della Lioni-Grottaminarda rappresenta solo l’ultimo schiaffo, di una lunga serie, al volto di una provincia che ormai da decenni prova a venire fuori da un drammatico isolamento infrastrutturale. Se per il completamento della Lioni Grotta, un’opera immaginata e concepita prima del Terremoto ed avviata negli anni 90, ci vorranno almeno altri cinque anni, fermo restando che il congelamento dei 36milioni dalla prossima legge di bilancio produrrà ulteriori ritardi allo stato non quantificabili, la Paolisi-Pianodardine, pensata per portare fuori dall’isolamento la Valle Caudina e cominciata all’indomani del sisma dell’80, sino ad ggi è rimasta al palo al netto del completamento dei primi due lotti, ovviamente i più semplici. E tutto questa accade, si badi, in una provincia che nell’anno del signore 2020 più del 90 per cento delle merci e delle persone viaggiano ancora su gomma.

Da questo punto di vista, l’Irpinia dell’isolamento infrastrutturale vive un paradosso. Se le arterie strategiche per il trasporto su gomma attendono di essere realizzate da quasi mezzo secolo, tutte le speranze sono rivolte al trasporto su ferro. Innanzitutto all’alta Capacità Napoli – Bari, dunque al completamento della tratta Apice – Orsara con la Stazione Hirpinia in territorio di Grottaminarda, che rappresenta l’opera infrastrutturale strategica attorno alla quale questa provincia può immaginare di collocare se stessa al centro die grandi processi di sviluppo. Come si ricorderà, all’inizio di questa legislatura i riferimenti irpini del Movimento Cinque Stelle provarono a fare con la Napoli Bari quello che poi riuscirano a fare con la Lioni Grotta con la rimozione del commissario ad acta, ma fortunatamente quel processo si arenò sullo scoglio della logica e del buonsenso ed oggi, alla luce di quanto deliberato dal Cipe, possiamo ragionevolmente immaginare di arrivare al completamento della Napoli – Bari entro il 2026.

Sullo sfondo prosegue, seppur a rilento rispetto al cronoprogramma definito dalla Regione, l’elettrificazione della tratta Benevento-Avellino Salerno per quella che dovrebbe trasformarsi nella metropolitana dei due principati. I lavori, da Montoro ad Avellino, fino a Benevento, hanno subìto solo interventi minori. Intanto, non esiste un vero collegamento con Napoli. Esiste, in via ancora sperimentale, una sola corsa dalla moribonda stazione di Avellino, con circa 100 minuti di percorrenza e soppressione nei festivi, mentre c’è chi teorizza, a Palazzo Caracciolo, il traforo di Montevergine.

Questa è la foto dell’Irpinia dell’isolamento infrastrutturale. Una istantanea con moltissime ombre e poche, pochissime luci a cui, tuttavia, siamo costretti ad affidare le nostre speranze.

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