Il caso Tornatore: un cadavere senza il nome dell’omicida

Il caso Tornatore: un omicidio che resta ancora senza il nome dell'assassino. Ribaltata in appello la sentenza di primo grado che condannava Vietri all'ergastolo: non fu lui a uccidere il 62enne di Montoro. Si tratta del secondo omicidio in pochi anni senza un colpevole: irrisolta ancora la morte di Attilio Di Grezia

Un altro cadavere senza assassino. La corte d’appello di Napoli ribalta la sentenza del tribunale di Avellino sull’omicidio Tornatore e Francesco Vietri, ritenuto inizialmente l’autore materiale del delitto, è stato condannato invece “solo” per favoreggiamento, distruzione di cadavere e incendio. L’ergastolo, inflittogli in primo grado, è stato dunque ridotto a 14 anni di carcere. Confermati invece in appello i 6 anni di reclusione per l’altro imputato, Pasquale Rainone, accusato di distruzione di cadavere.

Ma il punto fondamentale della sentenza dei giudici di Napoli, di cui ancora non si conoscono le motivazioni (arriveranno entro i prossimi 30 giorni), è che non si sa chi sia stato a uccidere Michele Tornatore il 7 aprile del 2017, giorno in cui il suo cadavere fu ritrovato carbonizzato in un’auto in una campagna di Contrada.

Fino ad oggi i magistrati erano convinti che fosse stato Francesco Vietri, per una questione di un prestito mai saldato, ma la difesa dell’uomo, rappresentata dagli avvocati Anna Caserta e Nello Pizza, è riuscita a smontare le ricostruzioni della procura.

Il punto fondamentale sono i tempi dell’omicidio: dalle indagini emerse con certezza che l’auto con a bordo Tornatore, poi data alla fiamme, venne portata presso il capannone di Vietri non prima delle dieci di mattina. Ma le lancette dell’orologio che Michele Tornatore portava al polso si erano fermate a mezz’ora prima, le nove e trenta: in quel momento si presuppone sia stato commesso l’omicidio e dunque in un altro luogo rispetto a quello sospettato dalla procura avellinese, convinta che il 62enne di Montoro venne ucciso invece da Vietri al suo arrivo in auto nel capannone. Invece Tornatore fu portato a bordo della Nissan già morto, Vietri doveva occuparsi di sbarazzarsi del cadavere.

Indagini da rifare dunque, se non si vuole lasciare un altro cadavere senza assassino. Negli ultimi anni non ha trovato soluzione infatti anche l’omicidio di Attilio di Grezia: il 30enne di Mercogliano, presunto affiliato al clan Cava, ucciso con quattro colpi di pistola, tre all’addome e uno alla nuca, ritrovato morto in una gelida mattina di gennaio nel 2015. Il suo cadavere giaceva sulla neve tra i boschi di Mugnano del Cardinale. Gli inquirenti non sono mai riusciti, anche in questo caso, a scoprire l’autore

I commenti sono chiusi.