A proposito del post-choc di Silvestro Volpe sul Covid

Il fatto.

Il Dottor Silvestro Volpe è il primario di Immunoematologia Trasfusionale dell’Azienda ospedaliera “Moscati” di Avellino.

Venerdì ha pubblicato sul suo profilo Facebook il seguente post:

“Questa sera sono molto demoralizzato. Oggi è deceduto un collega al Moscati di Avellino. Ottima persona (un signore) ed ottimo medico.

Troppi morti!

Dovete sapere una cosa: non sappiamo come curarvi.! Chi ce la fa… ce l’avrebbe fatta anche senza il nostro aiuto. C’è chi ce la fa e chi no (non sappiamo perché). Ma non dipende da noi e non fate affidamento su di noi. Non ammalarsi è la cosa migliore.

Consiglio: non sfidatelo, state lontano da questo bastardo.

È questo il modo migliore per stare tranquilli.

Un aggiornamento. Siamo alla seconda ondata e l’età media dei ricoverati si è ridotta. Stiamo aspettando la terza… fatevi i conti”.

Il post del primario diventa virale in poche ore. Il giorno dopo Volpe ne pubblica un altro. Appare sotto il titolo, a caratteri cubitali, “CHIARIMENTO”. Di seguito il testo integrale:

La sera scorsa ho pubblicato un post che, da parte di alcuni, ha avuto una erronea interpretazione del suo contenuto.

Era un messaggio molto forte nei confronti delle attuali terapie contro il Covid19, ma non per questo si deve pensare che, in caso di positività e sintomi di rilievo, non si debba ricorrere ad un ricovero ospedaliero.

Sarebbe davvero da pazzi fare qualcosa del genere.

Il mio era soltanto un consiglio espresso forte e chiaro: quello di evitare di contagiarsi”.

 

Il commento.

Non conosco il Dottor Silvestro Volpe. Ho appreso da fonti assolutamente attendibili e soprattutto competenti che è un medico specialista di spessore professionale decisamente notevole, lavoratore infaticabile e rigoroso, persona perbene. Di più: mi hanno raccontato che si deve a lui il merito se il “Moscati” può disporre del siero iperimmune già utilizzato per alcuni pazienti, tra i quali il dottor Sanseverino, il medico del Pronto Soccorso dellastessa Azienda ospedaliera che si era gravemente ammalato di Covid e che è riuscito a farcela dopo un lungo periodo di degenza anche in terapia intensiva, dove peraltro si rese necessario intubarlo.

E allora, – proprio perché Volpe è un professionista di valore, con gli attributi, gran lavoratore, per di più impegnato come ricercatore sul fronte dell’innovazione terapeutica anti-Covid, dunque non stiamo parlando di uno strafesso, roba che pure abbonda in tutte le categorie professionali, a cominciare da quella giornalistica – proprio per tutto ciò, si farebbe un gravissimo torto alla sua intelligenza e sensibilità se noi cittadini, tutti potenzialmente esposti al rischio Covid, ci accontentassimo di un “chiarimento” che, a ben leggere, appare una toppa peggiore del buco.

Il Dottor Volpe esprime nel primo post “concetti”, non chiacchiere, che sono di una chiarezza inequivocabile: 1) Non sappiamo come curarvi; 2) Non fate affidamento su di noi medici; 3) Chi ce la fa, ce la farebbe anche senza il nostro aiuto.

Il primario si arrampica su specchi cosparsi di olio quando nel “Chiarimento” scrive di erronea interpretazione del suo post da parte di alcuni lettori. La verità assoluta è che lì c’è niente da interpretare: è tutto già interpretato oltre ogni ragionevole dubbio.Se proprio dovessimo trarre le conclusioni logiche e pratiche da ciò che egli ha scritto nel primo post, senza alcun margine di errore interpretativo, dovremmo dire che: 1) Abbiamo speso una montagna di soldi per attrezzare in fretta e furia i nostri ospedali con le terapie intensive, sub intensive e degenze ordinarie ma inutilmente, visto che i medici non sanno come curarci e visto che se ce la facciamo a superare l’infezione da Covid è solo un problema di fortuna e non di assistenza medica e ospedaliera; 2) Oltre duecento medici e circa 50 infermieri italiani sono morti invano nella trincea della battaglia al Covid, considerato che – torna al punto 1 – con o senza di loro la nostra sorte sarebbe stata comunque segnata da altro, per cui quei medici e quegli infermieri si sarebbero potuti dedicare alla cura di altre patologie, oppurestarsene comodamente a casa e sopravvivere senza problemi; 3) Il Dottor Volpe ha egli stesso perso tempo a fare le cose egregie che invece sappiamo egli ha fatto: “ricavare” e utilizzare il sieroiperimmune – ad esempio – che sembra aver salvato, o contribuito a salvare, la vita del dottor Sanseverino, come si racconta.

Ma queste sono conclusioni alle quali il Dottor Volpe non sarebbe mai potuto arrivare, per la banalissima ragione che egli non ha mai realmente pensato le cose scioccanti che ha scritto mentre era in preda a stanchezza, stress, dolore profondo, ai confini della sfiducia “cosmica”, per l’ennesimo morto da Covid al Moscati e in Italia e nel mondo: un ennesimo che stavolta aveva il volto e il nome di un collega galantuomo e generoso.

Ecco, Volpe ha comunicato male, anzi malissimo, perché condizionato da un particolare stato d’animo un pensiero giusto: ossia la necessità di rivolgere un appello disperato a tutti noi –tutti noi potenzialmente esposti al rischio di “questo bastardo” d’un Virus – affinché si tengano comportamenti adeguati al pericolo altissimo dell’infezione. Lo ha comunicato malissimo anche perché non bisogna essere né primari né medici alle prime armi per sapere che, a parte il vaccino, non ci sono molti farmaci efficaci per le malattie virali, ma ce ne sono per far fronte assai spesso con successo alle complicanze indotte dal Virus, che sono poi la causa di morte. Sicché a maggior ragione c’è bisogno di medici (invero di bravi medici), e di infermieri e di ospedali ben attrezzati.

E allora, e in conclusione, anche per evitare – ora sì – la diffusione di interpretazioni estremamente dannose di quelle parole, come pure sta accadendo, farebbe bene il Dottor Volpe a tornare sul “Chiarimento” con poche, sincere parole. Del tipo: “Ero angosciato. Mi sono espresso malissimo. Chiedo scusa a tutti”. E magari ripetendo con forza – non è mai troppo con tutte le teste di c… sparse in giro – ciò che egli, al netto del condizionamento di stanchezza e stress e dolore, voleva in sostanza e nobilmente dire a tutti i cittadini: “Questo Virus è un bastardo, non abbassate la guardia, aiutate noi medici a combatterlo per la vita”.

Ecco, chiarisca nei termini giusti, il Dottor Volpe. Sarebbe un atto di coraggio e di umiltà. Fatto da un Signor Professionista quale lui effettivamente è, questo gesto avrebbe una valenza di straordinaria efficacia. Ora più che mai. ​

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