Aste giudiziarie, Livia Forte si difende: “Nessun legame con il clan Partenio”

Assistita dai suoi legali ha opposto una corposa serie di controdeduzioni, negando la partecipazione diretta e indiretta al clan Galdieri. Secondo l'avvocato Danna, la sua assistita ha fornito un notevole contributo di chiarezza alle indagini.

“Sono completamente all’oscuro dell’esistenza di un clan, sono completamente estranea ai fatti che mi vengono addebitati e non mi sono mai avvalsa della forza intimidatoria del sodalizio criminale semmai dovesse esistere”, Livia Forte finita al centro dell’inchiesta sulle aste giudiziarie ha chiesto ed ottenuto di essere ascoltata dal pubblico ministero della DDA Henry Woodcock. La Forte dallo scorso novembre è sottoposta alla misura cautelare in carcere. Le accuse sono di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, turbata libertà degli incanti. Stando alle carte della prima fase dell’indagine della Procura Distrettuale antimafia, era tra le pochissime elette ad avere l’accesso ai bagni dei dipendenti del Tribunale, magistrati inclusi. L’elemento plastico più rappresentativo del grado di penetrazione e conoscenza che lei, Livia Forte, la lady di ferro delle aste giudiziarie, aveva – secondo gli inquirenti – all’interno di taluni ambienti di piazzale de Marsico, ad Avellino. Assistita dagli avvocati Carmine Danna, del foro di Avellino, e dal professor Alfonso Furgiuele, Livia Forte ha opposto una corposa serie di controdeduzioni, negando la partecipazione diretta e indiretta al clan Galdieri. Secondo l’avvocato Danna, la sua assistita ha fornito un notevole contributo di chiarezza alle indagini.

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