Bar e ristoranti: in Irpinia uno su quattro non riaprirà battenti

A fornire i dati è la federazione provinciale della Confesercenti

Uno su quattro lascia, chi continua – invece – lo farà o abolendo in toto la somministrazione all’interno puntando tutto du asporto e delivery oppure riducendo drasticamente il numero di addetti non appena finirà la cassa integrazione. Stiamo parlando del settore della somministrazione di alimenti in Irpinia: bar e, in particolare, ristoranti. A fornire i dati è la federazione provinciale della Confesercenti. Chiusa la contabilità 2020, c’è da fare ora i conti sugli adempimenti fiscali e i pagamenti e come più volte annunciato, la ripresa sarà all’insegna delle vittime che restano sul terreno. Da un lato i bilanci in profondo rosso dall’altro il quadro incerto a breve e medio termine – dicono dall’associazione di categoria – spingono queste piccole imprese a tirare i remi in barco.
Zona gialla, zona arancione, zona rossa: quando si apre, quando si chiude, cosa si può fare. Misure di contenimento che cambiamo di ora in ora, provvedimenti che si sommano o che, ed è il caso della Campania, possono variare di territorio in territorio: Roma decide in un senso, De Luca va nella direzione di maggiori restrizioni.
Il 2020 è stato l’anno dei danni economici, il primo trimestre del 2021 si annuncia come il periodo che segnerà il picco di funerali per bar e ristoranti.

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