Nel 2020 il 39% dei vacanzieri italiani ha scelto il trekking e il turismo lento. Ma non l’Irpinia

La nostra provincia incrocia la Via Francigena del Sud, la Via Appia, le Vie della Transumanza, il Sentiero Italia e persino il percorso europeo E/1 che da Capo Nord arriva in Sicilia passando per Senerchia, ma continua a non esistere nella geografia del trekking e del turismo lento nazionale

È stato il trekking l’attività maggiormente praticata nell’estate del 2020 dagli oltre 27 milioni di italiani che sono andati in vacanza. Secondo l’Isnart, il 39% dei vacanzieri italiani ha scelto il trekking. Una percentuale altissima, un cambio di paradigma certamente causato dalla necessità di mantenere il distanziamento sociale, dunque di ricercare luoghi ampi e non affollati, ma che segnala un trend importante: per il terzo anno di fila il settore è stato analizzato dalla ricerca “Cammini e camminatori in Italia” curata da Terre di mezzo Editore. Tra gennaio e settembre del 2020, i 14 cammini italiani che rilasciano credenziali ne hanno consegnate in totale 29.246, il 32% in meno rispetto all’anno precedente, un calo relativamente contenuto se messo in relazione al -85% registrato negli stessi mesi dalla Catedral de Santiago, all’arrivo dell’omonimo e famigerato Camino.

 

In tale contesto la nostra provincia, terra di cammini, borghi e paesaggi che incrocia la Via Francigena del Sud, la Via Appia, le Vie della Transumanza, il Sentiero Italia e persino il percorso europeo E/1 che da Capo Nord arriva in Sicilia passando per Senerchia, che vanta persino cammini propri, come il Cammino di San Guglielmo, continua a non esistere nella geografia del trekking e del turismo lento nazionale. Nonostante lo sforzo di associazioni come Irpinia Trekking, nonostante il lavoro lodevole di tante realtà, buona parte dei nostri cammini continuano a non essere tracciati, manca la segnaletica, non esistono infrastrutture adeguate né una offerta ricettiva diffusa, non esistono pubblicazioni. La sfida che la Fondazione Sistema Irpinia è chiamata a vincere è innanzitutto questa, perché l’unico turismo possibile per questa terra è proprio quello dei cammini e delle esperienze.

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