Se il bonus Sud è ostaggio della burocrazia: sconti per le assunzioni congelati, manca l’ok della Commissione europea

Lo sconto del 30% sulla quota a carico del datore di lavoro assunto in una delle regioni meridionali, previsto dalla legge di Bilancio e in vigore dal 1° gennaio, è ostaggio dei tempi della burocrazia.

Manca ancora l’autorizzazione della Commissione europea per Il bonus Sud. Lo sconto del 30% sulla quota a carico del datore di lavoro assunto in una delle regioni meridionali, previsto dalla legge di Bilancio e in vigore dal 1° gennaio, è ostaggio dei tempi della burocrazia.

L’agevolazione, che avrebbe dovuto rappresentare uno strumento a favore delle aziende e dell’occupazione in una fase tanto drammatica, al pari di tutti gli altri benefici contributivi stabiliti dalla legge 178/2020 (per esempio, gli incentivi per le assunzioni di under 36 e di donne in particolare difficoltà occupazionale), è ancora in attesa dell’autorizzazione della Commissione europea.

Da parte dell’Inps è arrivato il necessario chiarimento attraverso una nota con la quale si assicura che non appena l’istituto riceverà il nullaosta ministeriale, dopo l’assenso di Bruxelles, verrà attivata «la possibilità per le aziende di accedere alla cosiddetta decontribuzione Sud».

L’assenso di Bruxelles è necessario, si sottolinea, per non mettere a rischio di illegittimità la misura di aiuto, che si trasformerebbe in un boomerang per le imprese. «È infondata – sottolinea l’Istituto – ogni ipotesi di errori dell’Inps sull’attivazione della misura».

Per i contributi di gennaio, in scadenza proprio oggi 16 febbraio, il conto sarà quindi senza riduzioni mentre non c’è dubbio sul fatto che le aziende non subiranno perdite, perché lo sconto non fruito verrà recuperato con un conguaglio a favore. Tuttavia, il problema rimane per tutte le imprese, e non sono certo poche, che hanno problemi di liquidità.

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