Dopo 8 mesi di costante deflazione l’Istat certifica un balzo dell’inflazione dello 0,7 per cento a gennaio

Trainanti i rincari di energia, benzina e gasolio che incidono pesantemente sul caro spesa con un aggravio di 160 euro annui per una famiglia con due figli. Ma intanto gli italiani guardano al futuro con pessimismo: uno su cinque pensa di spendere di più rispetto al 2019

Dopo otto mesi caratterizzati da un indice dei prezzi in area negativa, dunque da una costante deflazione, l’inflazione torna in area positiva con un +0,7 per cento a gennaio ed un più 0,4 per cento su base annua. Lo certificano le ultime rilevazioni Istat secondo cui l’inversione di tendenza è stata trainata dai rincari di elettricità, benzina e gasolio e dalle avverse condizioni climatiche che hanno caratterizzato il mese di gennaio, che hanno inciso negativamente sulla produzione ortofrutticola, dunque sui prezzi dei prodotti alimentari, che aumentano dello 0,6%, con punte del 3% per la frutta.

L’aumento dei prezzi dei carburanti innesca inevitabilmente un effetto domino, determinando un aumento dei costi di trasporto, produzione, trasformazione e conservazione. Basti considerare, per esempio, che secondo Coldiretti gli effetti di questa tendenza  sulla logistica finiscono per incidere anche fino al 35 per cento sui prezzi di frutta e verdura.

Ma se dopo ben otto mesi l’inflazione torna in area positiva, che tradotto in numeri vuol dire, secondo l’Istat,  un aggravio di spesa per una famiglia con due figli di 160 euro l’anno, solo un quinto degli italiani prevede di spendere di più rispetto al 2019.  In tale quadro, occorrerà verificare l’andamento delle prossime settimane, su cui incideranno certamente eventuali nuove misure di contrasto alla pandemia.

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