Attentato a Liotti, Volzone rinuncia a interrogatorio di garanzia

L'attentato a Francesco Liotti. L'avellinese arrestato con l'accusa di tentato omicidio con l'aggravante del metodo mafioso, ha rinunciato all'interrogatorio di garanzia. I legali preparano il ricorso al riesame. Proseguono le indagini per individuare i presunti complici

Ha deciso di rinunciare all’interrogatorio di garanzia e ad esporre dunque la propria versione dei fatti Danilo Volzone, il 33enne avellinese arrestato e portato in carcere a Bellizzi la scorsa settimana con l’accusa di tentato omicidio, con l’aggravante del metodo mafioso, per l’attentato a Francesco Liotti, 35enne anche lui di Avellino, pregiudicato come lo stesso Volzone.

Oggi era fissato l’appuntamento con il gip, Volzone si è dunque rifiutato di presentarsi, ma non ha rinunciato a difendersi: i suoi avvocati Gaetano Aufiero e Claudio Mauriello stanno preparando il ricorso al riesame per ottenere una attenuazione della misura cautelare.

Per Aufiero gli indizi a carico del suo assistito sono sommari, non sarebbero dunque tali da inchiodare Volzone in merito alla sparatoria avvenuta la mattina del 20 agosto del 2020 in via Visconti, a poche centinaia di metri dalla questura, dove due, forse tre persone, hanno sparato nei confronti di Liotti sei colpi di pistola, colpendolo solo una volta al volto, fratturandogli la mascella.

Secondo gli inquirenti, la Dda di Napoli supportata dagli accertamenti della squadra mobile di polizia di Avellino, non ci sono dubbi: a sparare sarebbe stato Danilo Volzone. In questo frame (vedi video) il momento in cui l’uomo stava per tirare fuori il braccio per puntare la pistola contro Liotti, nell’immagine a destra invece una foto su facebook postata dallo stesso Volzone dove indossa lo stesso cappellino inquadrato nei video della sparatoria.

Ovviamente le tesi della Dda non si basano su questo elemento di prova, bensì su una complessa attività d’indagine che ha ricostruito anzitutto i precedenti, che testimonierebbero una vera e propria faida in corso da tempo tra le bande di Liotti e Volzone per il controllo dello spaccio di stupefacenti in città, provando a imporre ognuna la propria supremazia dopo la decapitazione giudiziaria dei vertici del Nuovo clan Partenio, a cui sembra che entrambi fossero legati in precedenza.

E in più quanto avvenuto il giorno della sparatoria è stato ricostruito attraverso le immagini della videosorveglianza e le intercettazioni telefoniche e le segnalazioni delle celle dei telefoni dei presunti protagonisti.

Le indagini hanno portato al primo risultato ma proseguono perchè nel mirino degli inquirenti ci sono quelli che sarebbero stati i complici di Volzone, oltre alla necessità di ricostruire il nuovo quadro criminale all’interno del capoluogo

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