Il debito che schiaccia le imprese. Secondo l’Istat il 32,4% delle imprese segnala rischi operativi e di sostenibilità, 7 su 10 hanno dichiarato una riduzione di fatturato, nella metà dei casi tra il 15 e il 50%

Se nella situazione pre-Covid era calcolato che per ripagare il peso del debito nel settore manifatturiero servivano 2 anni e due mesi di flussi di cassa, adesso servono 5anni e 4mesi. Nei servizi, invece, si è balzato da 1 anno e 9mesi a ben 11 e 2 mesi

Secondo una recente indagine ISTAT, a fine 2020 il 32,4% delle imprese ha segnalato rischi operativi e di sostenibilità della propria attività ed il 37,5% ha richiesto il sostegno pubblico per liquidità e credito, ottenendolo nell’80% dei casi. Ben 7 imprese su 10 hanno dichiarato una riduzione del fatturato rispetto all’anno precedente, nella metà dei casi tra il 15 ed il 50%. E se nella situazione pre-Covid era calcolato che per ripagare il peso del debito nel settore manifatturiero servivano 2 anni e due mesi di flussi di cassa, adesso servono 5anni e 4mesi. Nei servizi, invece, si è balzato da 1 anno e 9mesi a ben 11 e 2 mesi.

Dati che parlano chiaro: le imprese, o meglio quelle che hanno avuto accesso alle misure di sostegno, usciranno dalla pandemia indebitate e, trascorsi i due anni di preammortamento dei prestiti ricevuti, saranno chiamate a ripagare l’ulteriore debito contratto. Quante sopravvivranno senza misure concrete  che garantiscano alle aziende la possibilità di ristrutturare i propri debiti con piani di rientro dilazionati? Poche, soprattutto nei contesti strutturalmente più deboli, dunque nel Mezzogiorno.

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