Avellino, l’ex amministratore porta in procura gli ultimi bilanci di Acs

Non c'è pace per Acs. L'ex amministratore di Azienda Città Servizi, Giovanni Greco, ha portato in procura gli ultimi bilanci della società. Secondo la sua versione sarebbero state messe in atto azioni illegittime che avrebbero causato pesanti perdite destinate a pregiudicare il futuro dell'azienda comunale

Finiscono all’attenzione della procura della repubblica di Avellino gli ultimi due bilanci dell’Acs, presentati dall’amministratore Paolo Spagnuolo, incaricato dal sindaco Gianluca Festa in sostituzione di Giovanni Greco, il commercialista di Montoro dimissionario dopo che i funzionari di palazzo di città gli bocciarono il rendiconto finanziario del 2018. Ed è proprio quest’ultimo, che aveva già presentato un esposto a piazza D’Armi subito dopo aver lasciato l’incarico contro i rilievi, a suo dire illegittimi, che gli erano stati avanzati da palazzo di città, ad essersi recato nuovamente in procura, portando all’attenzione dei magistrati gli ultimi due bilanci approvati da Acs e dal comune.

Entrambi chiudono con perdite pesanti, di circa 350 mila euro ognuno: questo perchè, con una transazione del giugno 2020 il comune ha stralciato i crediti che Acs avanzava nei suoi confronti, non riconoscendo due fatture da circa 400mila euro, frutto dei servizi resi dalla municipalizzata, nel rispetto del contratto di servizio tra i due enti.

Le due fatture in questione vennero emesse dallo stesso Greco che infatti, forte di quei ricavi previsti, chiuse il bilancio del 2018 in utile e si apprestava a farlo anche nel 2019. Fino a quando il controllo analogo del comune non pose l’alt alle due fatture, cambiando completamente le carte in tavola.

Del tutto illegittimamente, secondo Greco, che ha deciso di portare dunque anche i bilanci in procura a supporto della sua tesi. Sullo sfondo, la polemica politica che ne scaturì: furono i consiglieri d’opposizione Dino Preziosi e Nicola Giordano i primi a denunciare che tutta l’operazione fosse stata preparata a tavolino da palazzo di città per arrivare ad esternalizzare i servizi dell’azienda, a favore dei privati. Ora tutta la vicenda è al vaglio della magistratura della procura e della corte dei conti per valutare eventuali irregolarità di gestione

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