L’autostazione di Avellino compie 60 anni: di promesse mancate

Oggi vi raccontiamo la storia dell’autostazione di Avellino, il cui primo capitolo risale a 60 anni fa, quando un visionario Geppino Testa ne intuì la necessità: progetto per Piazza Macello rimasto lettera morta. Dopo decenni, con altro progetto ed altra ubicazione, il cantiere attuale con le sue peripezie e il fiume di soldi spesi ed opera ancora da completare

Tempo di celebrazioni di Avellino, si festeggiano quest’anno i primi 60 anni di mancata realizzazione dell’autostazione. Esatto, avete capito bene, sono 60 anni che la città di Avellino attende invano il suo terminal dei pullman, come riporta questo articolo di giornale del Corriere dell’Irpinia che al tempo dava  notizia dell’approvazione del progetto e annunciava la realizzazione dell’autostazione entro un anno.

Un appalto da circa 300 milioni delle vecchie lire che prevedeva la costruzione di una maxi struttura di seimila metri quadri, composta da dieci marciapiedi al piano terra per arrivo e partenza dei pullman (circa 20 quelli che potevano essere ospitati contemporaneamente secondo le previsioni) e che avrebbe offerto ai passeggeri una sorta di centro commerciale con biglietteria, grandi magazzini, bar, ristorante, rosticceria, telefoni, sali e tabacchi, addirittura posti a riposo con cuccette e servizi bancari. Un progetto voluto fortemente dall’allora sindaco Nicoletti e che venne affidato, dopo un concorso di idee, all’ingegnere Giuseppe Testa. E quell’autostazione doveva sorgere in pieno centro città, ricomprendendo le aree di piazza Macello e Piazza kennedy

Cosa non sia andato per l’autostazione di piazza Macello ce lo spiega nella dettagliata intervista l’ingegnere Testa che la progettò (vedi video); cosa è accaduto al terminal di via Moccia in questi 35 anni ve lo riassumiamo in breve.

Venticinque anni dopo l’idea del sindaco Nicoletti l’allora primo cittadino del capoluogo Enzo Venezia decise di riprendere l’idea e nel 1986 l’allora si affidò all’architetto Petrignani per la sua realizzazione; si decide di collocarla nella nuova area di espansione cittadina, il quartiere Ni01 al centro del campus scolastico. I lavori questa volta partono, l’appalto ha un valore di circa 8 miliardi di lire all’origine, i nuovi bus a due piani impongono però una serie di varianti in corso d’opera con i costi che salgono a 11 miliardi. Si arriva al 2002, 16 anni dopo, e il comune considera l’opera conclusa, mancante solo di un ultimo lotto da realizzare, tempo stimato un anno di cantiere.

Si decide però di assegnarla all’Air, che la acquista per circa 12 milioni di lire; l’azienda di trasporti irpina si accorge però che l’autostazione non è finita affatto e che servono nuove opere parecchio onerose, a partire dai lavori di adeguamento antisismico. Ci vogliono per l’esattezza altri 10 milioni di euro, l’appalto è assegnato nel 2008 ma iniziano ricorsi e contenziosi, l’opera si ferma di nuovo. Si arriva ad oggi, altro appalto da 4 milioni di euro per i lavori mancanti, se lo aggiudica nel 2019 la Cogepa di napoli, stimata conclusione dei lavori il 2020. Poi arrivano la pandemia e due interdittive antimafia sulla ditta, i lavori si stoppano più volte per riprendere solo lo scorso lunedì. Dovrebbero concludersi entro l’anno, a meno che la maledizione dell’autostazione non torni a colpire ancora una volta.

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