Piano vendita dei beni comunali, palazzo di città incassa solo 326mila euro

Su 40 lotti messi all'asta, sono arrivate offerte solo per tre. Ma il bicchiere è mezzo pieno: ci sono manifestazioni d'interesse per le case popolari per un totale di un milione di euro. Durante gli ultimi dieci anni le precedenti amministrazioni non erano riusciti a vendere nulla

Su 35 milioni di euro di beni all’asta il comune di Avellino è riuscito a venderne per un totale di 326mila euro. Detta così sembra un flop il piano di alienazione del patrimonio portato avanti dall’amministrazione Festa, ma c’è il bicchiere mezzo pieno su cui riflettere. Dopo dieci anni di tentativi che si sono conclusi con un nulla di fatto, palazzo di città è riuscita a vendere ai privati qualche suo bene, e lo ha fatto in piena pandemia, con il mercato immobiliare completamente fermo.
Dei 40 lotti messi sul piatto, al cui interno c’erano anche terreni edificabili dal valore di svariati milioni di euro come quelli del parco dell’autostazione, il comune di Avellino ha ricevuto offerte, ritenute congrue, solo per tre di questi: venduta l’ex scuola di Pianodardine, i diritti edificatori sul piazzale Padre Giuliano e un’area artigianale sempre a Pianodardine. Poco, ma meglio del nulla degli anni precedenti.
Anche perchè queste vendite si vanno ad aggiungere a quella già conclusa dell’ex asilo Patria Lavoro, ma soprattutto alle manifestazioni d’interesse ricevute per gli alloggi popolari e alcuni appezzamenti di terreno, i cosiddetti relitti.
Il comune ha infatti messo in vendita agli inquilini degli alloggi popolari le case in cui vivono, ricevendo ben 34 proposte. Se si concludessero tutte positivamente, ecco che il comune di Avellino avrebbe incassato un altro milione di euro. Per i relitti invece sono arrivate altre 15 offerte. Insomma, seppur di poco, qualcosa si muove sul piano di vendita, che dal nulla racimolato negli ultimi dieci anni è riuscito a incassare potenzialmente un paio di milioni di euro.
Esprime soddisfazione l’assessore al patrimonio Stefano Luongo, che punta a chiudere in tempi l’operazione economicamente più vantaggiosa messa in campo, quella della vendita di palazzo di città alla guardia di finanza ma che soprattutto, con i soldi incassati, si dedicherà al recupero delle tante strutture cittadine chiuse e in disuso. Ma la piscina resta un nodo non risolto: a breve le riaperture del governo concederanno la ripresa delle attività natatorie, ad Avellino sarà impossibile presso il centro sportivo comunale dove non si è riusciti a trovare il nuovo gestore e dove il bando è fermo al palo

I commenti sono chiusi.