Ylenia vittima innocente della brutalità maschile: prima l’ex marito, ora l’ultima mano assassina

Ylenia Lombardo vittima innocente della brutalità maschile: dalle violenze dell'ex marito alla morte orrenda per mano di una persona che riteneva amica. Ricostruite le fasi del brutale femminicidio di San Paolo Bel Sito, vittima la 33enne originaria di Pago Vallo Lauro. E' stata picchiata, accoltellata e poi data alle fiamme

Prima le botte e i maltrattamenti, costanti, dall’ex marito, poi, quando aveva provato a cambiare vita, ritrovando il sorriso seppur tra molte difficoltà, la morte atroce sempre per mano di un uomo violento. Una vita dura quella di Ylenia Lombardo, contrassegnata dalla violenza degli uomini che l’hanno affiancata.

Era riuscita a trovare la forza e il coraggio, dopo lunghi maltrattamenti, di denunciare l’ex marito Salvatore, da cui ha avuto un figlio, ora undicenne, che è riuscita a sottrarre da quelle scene di violenza per garantirgli una vita più serena. L’ex marito è stato poi condannato per quegli abusi, dal 2019 è in carcere a scontare la sua pena. Lei intanto, aveva deciso di ricominciare.

Con l’aiuto dei suoi genitori, a cui ha affidato il figlio, trasferendosi con loro a Viterbo; poi Ylenia invece aveva scelto di provare a ritagliarsi una vita da sola, cercando prima l’indipendenza economica, per poi poterla condividere in futuro con il suo bambino. Si era accontentata di un modesto bilocale, inserendosi nella nuova comunità di San Paolo Bel Sito, a pochi chilometri dalla sua Pago. Si era fatta subito benvolere, i vicini l’aiutavano a trovare lavori saltuari, ultimamente faceva la badante.

Fino a quando ha poi conosciuto Andrea Napolitano, un 38enne del posto, già noto alle forze dell’ordine, da tempo in cura presso il servizio di igiene mentale. Probabilmente lui si era infatuato di Ylenia, lei non si era legata sentimentalmente ad Andrea ma non ha avuto nemmeno la voglia di tenerlo a distanza, non lo considerava una minaccia. In paese lo conoscono tutti, aveva problemi psichici ma mai compiuto gesti clamorosi.

Qualcosa però deve essere scattato nella sua testa il pomeriggio di due giorni fa. Entrato a casa di Ylenia, ne è nato un litigio, ancora non si conoscono i motivi: quello che si sa è che lui, in preda all’ira, ha iniziato a picchiarla brutalmente. Pugni e calci, il volto ritrovato tumefatto di lei non lascia dubbi. La 33enne ha provato a difendersi, l’uomo è stato trovato, dopo l’arresto, con diversi graffi al volto. Ma lui, più forte, era riuscito a prevalere, utilizzando probabilmente anche un coltello, viste le copiose tracce di sangue ritrovate dai carabinieri nell’abitazione. Una volta uccisa, il 38enne poi ha dato fuoco all’appartamento, un banale tentativo di nascondere o camuffare quanto successo.

Ma i vicini che hanno dato l’allarme del rogo, l’hanno visto scappare in bicicletta. I carabinieri della compagnia di Nola già durante le notte dell’omicidio hanno arrestato l’uomo, sottoposto poi a fermo in carcere a Poggioreale per i gravi indizi di colpevolezza riscontrati a suo carico, tra cui gli abiti sporchi di sangue, anche se il ragazzo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ylenia invece, che quel giorno era raggiante perchè doveva ritornare dal figlio, ha perso definitivamente il suo sorriso

 

 

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