Isochimica, strage infinita: Roberto Luisi è la 33esima vittima

Un altro ex operaio della fabbrica dei veleni ha perso la vita. Aveva solo 57 anni, da due combatteva contro il mesotelioma pleurico, malattia causata dall'inalazione dell'amianto. Una strage che continua a rimanere impunita: la sentenza di primo grado del processo slitta al prossimo autunno

Un ex operaio dell’ Isochimica di Avellino è deceduto venerdì scorso. Si tratta della trentatreisima vittima accostata allo stabilimento avellinese che a cavallo fra gli anni ’80 e ’90 scoibentava le carrozze dei treni delle FS. L’uomo, un 57enne che prestava servizio come addetto al magazzino dal 1984 al 1990, è morto a causa di un mesotelioma pleurico ( una forma di cancro che colpisce la pleura, una membrana protettiva dei polmoni, ndr), con cui stava lottando da due anni. Roberto Luisi, questo il suo nome, era entrato nel gruppo Graziano appena ventenne e per anni si era occupato di gestire il magazzino all’interno dell’opificio. Dopo aver lasciato la fabbrica di Borgo Ferrovia, complice le sue competenze nell’ambito informatico, ha lavorato come responsabile di quel settore, prima per la Banca della Campania e successivamente per la Bper.  Poi, due anni fa, quasi per caso, Roberto decise di sottoporsi ad una tac toracica, ove gli venne diagnosticato il terrinile male.

Un paio di giorni fa, l’ ultimo saluto nella Chiesa di San Ciro. Ad attenderlo, oltre alla sua famiglia, i tanti amici e colleghi.

Intanto, prosegue il processo nell’ aula bunker del tribunale di Napoli. Un processo che vedeva Roberto Luisi, parte civile contro chi ha dato origine a questa macchina della morte.

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