Assenteismo all’Asl, chieste 25 condanne e 8 assoluzioni per i “furbetti”

Il processo per i furbetti del cartellino accusati di falsità ideologica e truffa ai danni dell’Asl di Avellino. Le richieste del Pubblico Ministero: 25 condanne (pene previste arrivano al massimo a un anno) e 8 assoluzioni. Le indagini furono avviate nel 2015, tre anni dopo l’avvio del dibattimento

Assenteismo all’Asl di Avellino, la procura ha richiesto 25 condanne e 8 assoluzioni. Volge al termine il processo sull’inchiesta dei furbetti del badge, condotta nel 2015 dalla squadra mobile della polizia di Avellino, che dietro a una serie di denunce andò a verificare il comportamento sul posto di lavoro dei dipendenti dell’Asl di via degli Imbimbo.

Il quadro che emerse fu sconfortante: le immagini del sistema di videosorveglianza montato ad hoc smascherò 33 lavoratori che uscivano ed entravano dai loro uffici quando volevano, lasciando il posto di lavoro per le proprie commissioni personali, facendosi timbrare il cartellino dai colleghi. Un vero e proprio sistema in cui i dipendenti coinvolti, 33 in tutto, si aiutavano l’un con l’altro nelle condotte illecite, truffando l’azienda sanitaria.

E dopo sei anni è arrivato il giorno della requisitoria da parte del procuratore Fabio Massimo Del Mauro, che ha coordinato le indagini fin dall’inizio. In aula il magistrato ha dapprima motivato le sue accuse, fondate su riscontri video, grazie alle immagini delle telecamere che hanno inchiodato i furbetti, e documentali; caratterizzando la tipologia di lavoro dei dipendenti pubblici in questione, che per nessun motivo, a meno che non sia legato alle pratiche di lavoro, hanno la facoltà di lasciare il proprio ufficio durante l’orario lavorativo. Nessuna giustificazione dunque per gli assenteisti.

Da qui il pm è passato alle richieste di condanna, basate sull’accusa di truffa aggravata e falso ideologico: per 25 dei 33 furbetti, tra questi anche l’ex parlamentare Arturo Iannaccone, la pena richiesta va dagli otto mesi al massimo di un anno; gli altri otto invece se la sono cavata con una richiesta di assoluzione, potendo usufruire dell’attenuante della lieve entità del fatto commesso. Attesa nella prossima udienza la decisione del giudice

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