Pdz, la vergogna continua: i comuni chiedono servizi sociali, il sindaco Festa gioca alla politica

Ennesima brutta pagina dai servizi sociali, rischia di saltare prima ancora di nascere la nuova azienda consortile del piano di zona di Avellino. Durante l’assemblea il sindaco Festa va in ritirata assieme ad altri 4 comuni per non finire sotto nel Cda. Le solite beghe politiche che bloccano i servizi alle fasce deboli della cittadinanza, gli altri primi cittadini pronti a chiedere alla Regione il commissariamento e lo scioglimento dell’ambito

Politiche sociali, come prima, più di prima, peggio di prima. Il sostegno alle fasce deboli della popolazione ricadente nel famigerato piano di zona guidato dal capoluogo finisce ancora una volta nel tritacarne della politica locale.

Chi pensava che con il varo dell’azienda consortile i problemi si fossero risolti resta deluso, anche se il termine adatto, nel caso, è schifato. Perchè stiamo parlando ancora una volta del settore più delicato, quello delle politiche sociali, che in un territorio depresso dal punto di vista economico e dopo un anno di Covid avrebbe un ruolo fondamentale invece resta ad uso e abuso di una classe politica miope ed egoista.

L’ultimo indegno capitolo è avvenuto questa mattina, durante l’assemblea dei sindaci: nel momento in cui si dovevano decidere le nomine dei due nuovi rappresentanti del Cda del consorzio, la rappresentante del comune di Avellino, Jessica Tommasetta, assieme ai colleghi dei comuni di Grottolella, Petruro, Altavilla e Tufo hanno abbandonato l’aula. Questo perchè il sindaco di Avellino Gianluca Festa non poteva tollerare di finire in minoranza all’interno del Cda: al suo fianco (Festa è presidente del consiglio d’amministrazione) per ora ha solo Tufo, l’altro rappresentante eletto è la Marro di Cervinara, gli altri due nomi in sostituzione dei dimissionari San Martino e Pratola sarebbero stati Roccabascerana e Torrioni. Sindaci scelti dalla maggior parte dei loro colleghi, ma lontani politicamente da Festa. Che dunque ha chiamato la ritirata.

“Abbiamo compiuto ogni sforzo per approvare regolamenti e avviare l’azienda, poi al momento di votare i due componenti del Cda alcuni sindaci si sono alzati e se ne sono andati. Una mancanza di rispetto totale, un comportamento scorretto nei confronti degli altri comuni, soprattutto da parte del capolugo”, il commento del presidente dell’assemblea Nunziante Picariello, “saremo costretti a chiedere alla regione di prendere provvedimenti, proponendo il commissariamento e la divisione di questo ambito. Davvero non se ne può più, sono anni che c’è l’incapacità di fornire serivizi ai nostri cittadini, la situazione è intollerabile”, ha concluso la fascia tricolore di Capriglia.

Poco altro da aggiungere, resta solo da chiedere al sindaco Festa se è questa la svolta che aveva annunciato per le politiche sociali che continuano a segnalarsi solo per l’affidamento degli appalti alle cooperative di sempre e un’infornata di assunzioni e la gestione dei servizi senza trasparenza, a discapito dei cittadini e ad uso e consumo della politica sempre più lontana dai bisogni della gente ma vicina solo alle proprie necessità elettorali

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