Aspettando Cannes, vi racconto di Raffaele

La Francia conta alla rovescia per l’attesissimo appuntamento di luglio: la 74° edizione del Festival del Cinema di Cannes che si svolgerà dal 6 al 17. Dopo l’assenza dello scorso anno a causa della pandemia, sarà un momento di emozione speciale. Nanni Moretti, Margherita Buy e Riccardo Scamarcio cirappresenteranno con il film “Tre piani”, candidato alla Palma d’oro, Marco Bellocchio ritirerà il Premio alla Carriera e Pierre Lescure, il Presidente del festival, parla di “una grande Cannes” e di ritorno alla vita, nonostante la pandemia non sia ancora finita.

La luce si riaccende sul tema del rapporto tra cinema, arte e vita,in questo momento di calo della tensione che, speriam, possa esaurirsi del tutto. Come disse Hitchcock a Truffaut nella celebre intervista del 1962 diventata anche un docu – film, “Il cinema è la vita senza le parti noiose”. Rifletto su questa affermazione geniale e mi viene voglia di parlare di cinema con un irpino doc, RaffaeleGrasso, arianese trapiantato a Roma. Classe 1995, regista e sceneggiatore di corti, vincitore del premio della giuria popolare dell’ “Ariano International Film Festival” con il corto “Alienato”nel 2018, vanta un signor curriculum. Ha studiato Letteratura, Teatro, Cinema e Arti Digitali presso l’Università La Sapienza, dove si è laureato. Si è diplomato in regia cinematografica presso l’Accademia del Cinema Renoir, il suo secondo cortometraggio, “AGNES”, è stato selezionato da Rai, trasmesso su Rai 1 e presente su Rai Play. Ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti prestigiosi e ha già maturato diverse esperienze come assistente alla regia su set importanti. Attualmente sta lavorando, proprio in questo ruolo, in una attesissima produzione Rai, la serie di Marco Bellocchio “Esterno Notte”. Una fiction sul rapimento di Aldo Moro.

“Il set si fermerà qualche giorno proprio perché il maestro Marco Bellocchio sarà impegnato a Cannes per ritirare la Palma d’Oro alla Carriera”- mi racconta Raffaele. Gli chiedo di raccontarmi della sua esperienza di vita e di lavoro al tempo del Covid. “Mi sono ritrovato a frequentare il Master di Sceneggiatura e Produzione nel bel mezzo della pandemia ma…non ho mai smesso di essere attivo. Ho sentito ancora più forte l’esigenza di creare per reagire. Poiché il lockdown ha sospeso qualsiasi progetto in atto all’esterno e in presenza, mi sono concentrato su ciò che potevo fare dalla mia stanza. Lo abbiamo fatto in tanti,colleghi e scrittori hanno approfittato dello scoppio della pandemia per far esplodere la voglia di attività. La reclusione ci ha spinti a non voler mollare, ad accettare la realtà e soprattutto a non sprecare nemmeno un minuto. Il tempo è un elemento chiave, non puoi assolutamente perderlo perché rimani chiuso fuori. C’è una concorrenza fortissima nel mondo cinematografico e non puoi rimanere indietro. Il lockdown ci ha messi tutti nella stessa condizione e ci ha spinti a far fruttare al massimo questo tempo sospeso. Il motore è stato pensare che essere tutti fisicamente bloccati potesse significare anche blocco creativo per molti di noi, quindi meno concorrenza. Sembra paradossale, ma il blocco ci ha sbloccati. Abbiamo sfidato il virus e la segregazione per concentrarci su progetti per quando tutto fosse finito. Abbiamo organizzato molti eventi online e abbiamo discusso tanto sulle nuove storie da raccontare”.

Quali saranno i film del dopo? Quali storie si dovranno raccontare? La risposta arriva senza indugio:

“Da un lato, si sta facendo strada una corrente di pensiero che appoggia la necessità di storie leggere e spensierate, di commedie,per reagire al dramma della pandemia. Dall’altro, si afferma una corrente a favore dei film di genere, dei film distopici, che io appoggio. Ci sono diversi film distopici in uscita e si tratta di un genere che in Italia non si era ancora visto emergere molto. La pandemia ha risvegliato questo genere di film tanto quanto gli anni ’70 – gli anni di piombo- hanno generarono i thriller e i film horror. Il cinema di genere ha delle regole codificate e interviene nella vita quando ci sono vuoti, quando si sente la necessità di evadere per sfuggire alla realtà presente. Un esempio di film distonico è la mini serie di Ammanniti “Anna”, uscita quest’anno e tratta da un romanzo del 2015. Il film di genere interviene quando si vuole raccontare la vita presente “senza raccontarla”. I mesi della pandemia sono stati molto costruttivi. Pur di non impazzire e perdersi in ciò che stava succedendo, molti di noi si sono rifugiati nella creatività. Ho portato a termine molti soggetti di cortometraggi che sto mandando a vari concorsi, in uno dei quali sono già stato selezionato.”

Raffaele è un giovane artista irpino talentuoso e determinato, al quale la vita sta non sta regalando, ma sta restituendo. Impegno, passione, concentrazione, duro lavoro e consapevolezza del fatto che ce la si può fare, sono il leit motiv della sua carriera di studio e di lavoro.

Concludiamo la chiacchierata e sento che tiene molto a queste parole: “Il cinema e il mondo audiovisivo non sono cose impossibili, ci sono molti mestieri all’interno della “macchina del cinema”. Non c’è solo l’attore che vince l’oscar. Al Sud questa consapevolezza, purtroppo, esiste meno che altrove ed è un peccato. I giovani spesso si arrendono perché non hanno idea di come poter entrare nel settore. Vedono il mondo audiovisivo con occhi patinati, come un sogno impossibile. E invece il cinema è vita, mestiere quotidiano, concretezza, oltre a creatività e riflettori sul mondo. Si parte dalle piccole cose, dalla sala della parrocchia, dalla sala provinciale e si intraprende un percorso. Mi faccio portatore di questo messaggio che lancio ai miei coetanei e ai più giovani: “Scoprite questo percorso, non arrendetevi e sappiate che non è irraggiungibile”.

Raffaele è un esempio di impegno, di ambizione, di merito, divoglia di farcela e ce la sta facendo alla grande. Speriamo che la sua storia possa essere di stimolo a chi non sa, a chi vorrebbe scoprire e a chi deve impegnarsi per far emergere opportunità, persone e giovani talenti sul territorio locale, oltre che nazionale.”

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