La partita di Raffaella e degli Azzurri

La “Signora della televisione” si è spenta dopo una dura lotta contro la malattia, lasciando un grande vuoto, mentre la Nazionale italiana sta lottando per trionfare agli Europei.

L’Italia si sveglia dal torpore della pandemia e, mentre continua a combattere attivamente contro il pericolo del virus, si stringe intorno a due eventi che hanno provocato forti emozioni.

Raffaella Carrà se ne è andata in silenzio, con tutto il garbo e la discrezione che l’hanno sempre contraddistinta. Icona di bellezza e di stile, visionaria, trasgressiva, mai sopra le righe nella vita, ha fatto la storia della moda, del costume e della televisione italiana, rappresentandoci in tutto il mondo.

È una stella che brillerà per sempre e non basta definirla un simbolo, un’artista rivoluzionaria, un modello di stile e di emancipazione. Il suo modo di essere diva, di interpretare sé stessa, di sorprenderci con il suo fascino e con la sua femminilità in modo seducente, innovativo e trasgressivo, è sempre stato accompagnato da grazia e professionalità. Ha giocato la sua partita con spunti e novità per fare spettacolo, ha creato tendenze e mode ma, allo stesso tempo, è sempre rimasta sé stessa, sposando un suo stile in linea con la sua personalità. Il suo inconfondibile caschetto biondo, realizzato nel 1969 da Celeste Vergottini, è diventato la sua impronta, il suo marchio, il suo modo per distinguersi, o semplicemente per sentirsi bene con sé stessa. Potremmo definirla una pioniera del pensiero: “gioca, sperimenta, osa, ma trova sempre il coraggio di essere, oltre che di apparire”.

Raffaella Carrà è stata amata e lo sarà per sempre, perché ha ispirato intere generazioni di persone che credono nella libertà di espressione del corpo e della personalità. I suoi look effervescenti, luminosi, stravaganti, sono stati e rimangono il simbolo della voglia di vivere in modo autentico. La sua risata contagiosa, i suoi movimenti iconici, i suoi occhi vivaci, hanno riempito per decenni i cuori di milioni di italiani che amavano il suo approccio genuino, moderno, libero. La sua scomparsa è più che un lutto nazionale per la perdita di una diva internazionale, è un evento che segna la fine di un’era. Raffaella ci lascia ricordandoci i tempi in cui l’Italia cresceva per tutti, si rialzava e usciva dallo stallo sociale, politico, economico, risalente al passato e alle guerre. La sua vitalità e la sua esuberanza sono stati il simbolo della rinascita, lo stimolo alla nuova vita. I suoi show e le sue canzoni sono stati un inno alla gioia, al benessere, alla fisicità, al godimento di tutto ciò che si stava ricostruendo e creando, da ogni punto di vista. La Carrà è stata e sarà sempre la madrina di tutti coloro che credono nella trasformazione, nell’ottimismo creativo e costruttivo. Era una professionista instancabile, impegnata, ambiziosa, un’artista concreta, di quelle che guardano avanti senza pregiudizi. Esempio di rara autenticità, ha “trascinato masse” senza stereotipi o impalcature, ci ha rappresentato nel mondo con orgoglio e regalità.

Mentre lei se ne stava andando, gli Azzurri della Nazionale di calcio 2021 hanno lottato sui campi europei e ci hanno dato uno scossone, ricordandoci che si può vincere. Ci hanno portato in finale.

Due emozioni forti a distanza di poche ore, due orgogli per un’Italia che sa sempre rialzarsi e dare esempi di eccellenza. Raffaella è e rimarrà la nostra “Signora italiana”, quella star dai tratti facilmente tracciabili, con quel caschetto biondo che l’ha resa riconoscibile anche ai nostri figli e ai nostri nipoti.

Cuore, ambizione, orgoglio, tenacia, coesione. Raffaella e i nostri Azzurri hanno in comune l’aver disputato tante partite nella loro vita e in questo momento sono, da diversi fronti, messaggeri di valori forti. Ci ricordano che, nonostante tutto ciò che ci ha colpiti duramente, il nostro posto è qui e abbiamo il dovere di continuare a lottare, come hanno fatto e come stanno facendo loro, per essere orgogliosi di noi stessi, dei nostri meriti e del nostro grande Paese.

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