Piano di zona di Avellino, ecco i commissari: De Blasio guida la triade
Politiche sociali, la Regione pone fine al disastro del piano di zona di Avellino nominando i tre commissari, chiamati a rilanciare servizi e azienda consortile. Alla guida della triade Carmine De Blasio, già direttore generale del consorzio A5 di Atripalda
Piano di zona, la Regione ha nominato i tre commissari chiamati a sanare il disastro delle politiche sociali del capoluogo e dei 15 comuni afferenti all’ambito, con l’obiettivo di rilanciare i servizi alle fasce deboli e dare stabilità all’azienda consortile, che l’amministrazione Festa non è stata capace nemmeno di far partire.
L’esperto di politiche sociali scelto da Palazzo Santa Lucia è Carmine De Blasio, direttore generale da anni del consorzio A5. Forte degli ottimi risultati conseguiti all’interno del suo ambito, che gestisce i servizi sociali ad Atripalda, Solofra, Montoro ed altri comuni irpini, De Blasio guiderà la triade, con il delicato compito di avviare una programmazione degna di tal nome, a cominciare da quella 2019, che Festa non è riuscito ad approvare.
Lo affiancheranno nel suo compito la dirigente delle politiche sociali di Palazzo Santa Lucia Maria Alfonsina Rinaldi e il legale dell’avvocatura regionale Giuseppe Calabrese, chiamato a verificare tutti gli atti e le procedure portati avanti negli ultimi anni da Festa e compagnia, verificando eventuali illegittimità viste le numerose contraddizioni che si sono susseguite a palazzo di città.
La Regione punta a mettere fine dunque ad anni di malgoverno che hanno prodotto servizi carenti e scadenti alle fasce deboli di Avellino e hinterland, in un caos amministrativo in cui tutte le cooperative hanno operato senza mai produrre uno straccio di rendicontazione sul lavoro svolto.
L’approvazione del decreto di commissariamento arriva tra l’altro dopo la pronuncia del Tar sul ricorso che aveva presentato il sindaco Festa contro la prima delibera della Regione: i magistrati di Salerno non hanno concesso la sospensiva richiesta dal comune perché ad oggi l’ambito non risultava ancora ufficialmente commissariato. Abbastanza logico, dato che il decreto di commissariamento non era ancora stato approvato: ma Festa ha preferito fare l’ennesima brutta figura amministrativa. Ovviamente a spese dei cittadini
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