La Torre senz’ora, le fontane verdi, la Dogana scheletrica: i simboli della città sfregiati

Da due settimane le campane della Torre dell'Orologio non scandiscono più le ore. Mentre da quattro anni le balaustre mostrano i segni del degrado del principale simbolo del capoluogo, senza che nessuno abbia mosso un dito. Non va meglio alle fontane di piazza Libertà e alla Dogana

Dimmi come gestisci i simboli della città e ti dirò che comune sei. Il tempo è sospeso nella città di Avellino, rimasta senza i rintocchi della Torre dell’Orologio da due settimane, dal cambio dell’ora legale, che ha mandato in tilt gli ingranaggi.

Gli uffici di palazzo di città come al solito se la sono presa con calma, e solo oggi hanno predisposto i lavori di manutenzione, che dovrebbero rimettere in tempi brevi, al prezzo di 850 euro, le lancette al loro posto. Ma la Torre da anni resta in condizioni indecenti: dalla caduta dei calcinacci del 2017 nessuno si è preso la briga di avviare lavori di riqualificazione. La competenza è della soprintendenza di Avellino, che dorme beatamente; per superare l’impasse il sindaco Festa aveva annunciato l’acquisizione della Torre, ma finora non è accaduto nulla. E il monumento resta lì, mortificato dall’inerzia amministrativa

Sporche e piene di schiuma, riempite anche di rifiuti dai soliti incivili, le fontane di piazza Libertà sono diventate ultimamente la peggior cartolina inviata dal capoluogo. Un problema divenuto ciclico a cause delle muffe persistenti e del malfunzionamento del sistema idrico: il comune prova ogni tanto a pulire, ma dopo pochi giorni il problema si ripresenta.

Da anni ormai invece tocca guardare la Dogana attraverso il suo scheletro di ferro, e qui le responsabilità di Festa sono chiare: nonostante i finanziamenti a disposizione per il restauro, il sindaco ha perso due anni e mezzo facendo fuggire due archistar e impuntandosi su procedure illegittime. E ora addirittura fugge alle domande sul punto, che hanno provato a rivolgergli i cronisti: la Dogana invece resta lì, sempre simbolo sì, ma dell’inefficienza gestionale di palazzo di città

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