Bancarotta fraudolenta all’Elital, arrestato Massimo Pugliese

Il caso del fallimento dell'Elital. L'ex presidente dell'Us Avellino finisce in carcere con l'accusa di bancarotta fraudolenta. Sequestrati beni e conti per 15 milioni di euro. Indagati con lui i tre componenti dell'allora collegio sindacale

Fallimento Elital, per la procura e la guardia di finanza di Avellino fu bancarotta fraudolenta, ritorna in carcere Massimo Pugliese. L’imprenditore di Frigento è accusato di avere a suo tempo depauperato il patrimonio aziendale, distraendo fondi dai conti, versandoli senza plausibili motivazioni economiche all’interno delle altre aziende del suo gruppo (tra cui l’Us Avellino di cui era presidente, altra società portata al fallimento). Oltre novecentomila euro erano stati inoltre versati sul suo conto personale. Anche un mutuo da quasi 5 milioni di euro, preso per la società di Pianodardine, sarebbe stato distratto da Pugliese sempre a favore delle altre aziende de suo gruppo imprenditoriale, impegnato nel settore del fotovoltaico. Insomma l’Elital come una vacca da mungere, secondo gli inquirenti grazie al contributo dei tre componenti dell’allora collegio sindacale, che non esercitando il loro dovere di controllo avrebbero permesso le condotte illecite. Per loro l’accusa è di concorso in bancarotta fraudolenta, che gli ha fatto guadagnare un provvedimento di divieto temporaneo per dodici mesi dall’esercizio di qualsiasi ufficio direttivo ed amministrativo all’interno di persone giuridiche ed imprese.

Pugliese invece, che era al momento agli arresti domiciliari dopo aver scontato due anni nel carcere di sant’angelo per un’altra condanna inerente al fallimento della Solland Silicon, azienda del Nord Italia in cui l’ex presidente dell’Us Avellino era subentrato nella gestione, ritorna di nuovo in carcere in attesa di processo. La guardia di finanza ha nel frattempo messo sotto sequestro valori, conti e beni per un totale di 14 milioni e 900mila euro, il totale delle somme distratte da Pugliese

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