L’Istat fotografa il collasso demografico del Mezzogiorno. In trent’anni perderemo una regione come la Puglia, a pagare il prezzo più alto saranno le aree interne e rurali

Le previsioni sul futuro demografico in Italia, pubblicate dall’Istat, restituiscono un quadro drammatico. Nei prossimi 30 anni perderemo 4,6 milioni di cittadini, di cui 3,5milioni nelle otto regioni meridionali

Le previsioni sul futuro demografico in Italia, pubblicate dall’Istat, restituiscono un quadro drammatico. Nei prossimi 30 anni perderemo 4,6 milioni di cittadini, di cui 3,5milioni, una regione come la Puglia, nel Mezzogiorno.  Le previsioni dell’Istat arrivano sino al 2070, partendo dai dati del 2020. Fra 50 anni il Sud, che oggi conta 20,2 milioni di abitanti, ne conterà 13,6. Il Nord, nello stesso periodo, avrà perso 3,3 milioni di cittadini ed il Centro 2,1milioni di persone. Oltre la metà della flessione demografica prevista investirà in valore assoluto le otto regioni meridionali, ragione per la quale la percentuale dei residenti meridionali sul totale dell’Italia, oggi pari al 34 per cento, scenderà fino al 28,6 per cento nel 2070.

Nel prossimo decennio, ovvero di qui al 2029, il Mezzogiorno perderà 516mila abitanti per migrazione interna, dunque a favore del Centro Nord, e a pagare lo scotto maggiore saranno innanzitutto le aree interne e rurali che, in termini complessivi, saranno quelle che pagheranno il prezzo più alto nel lungo periodo. Il collasso demografico previsto dall’Istat riguarderà anche le aree metropolitane ma determinerà la desertificazione innanzitutto dei territori più marginali, la cui sopravvivenza è già oggi messa in discussione dai dati sullo spopolamento.

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