Operaio forestale “Ufita”: “Da 7 mesi senza salario, non ce la facciamo più, voglio farla finita”

Disperato e sul lastrico minaccia , con un video postato sulla sua pagina fb, di farla finita. Una vertenza drammatica che coinvolge 297 lavoratori . La Regione non ha ancora trasferito all'ente montano i fondi del 2021

Minaccia di farla finita in un video pubblicato sui social. E’ la disperazione di un dipendente della comunità montana dell’Ufita, che come tutti gli altri 297 non percepisce lo stipendio dal mese di giugno. Una situazione molto delicata che sta mettendo a dura prova numerose famiglie soprattutto quelle monoreddito che vivono con un ‘unica  fonte di reddito.  Gianfranco Granato, forestale a tempo indeterminato, 3 figli ,uno autistico ,e moglie a carico, dipendente dell’ente da circa 30 anni aveva già qualche tempo fa insieme ad altri colleghi denunciato il grave ritrardo della Regione Campania nel trasferimento dei fondi per la forestazione del 2021, evidenziando anche che spesso i dipendenti dell’ente montano , sono costretti ad anticipare le spese per l’utilizzo dei mezzi in dotazione. Puntano il dito contro una Regione in ritardo con le rendicontazioni e che non ha ancora  trasferito nelle casse dell’ente i fondi  per la forestazione del 2021.  Gianfranco Granato  è disperato come tanti suoi colleghi. Sette mesi di stipendi arretrati  in una famiglia monoreddito  sono troppi. Figli a carico, bollette da pagare  e soprattutto dignità dei lavoratori calpestata da una burocrazia afissiante e da una trafila istituzionale che arriva fino alla Comunità Europea per la quale alla fine a pagare è l’anello più debole: i lavoratori. Postare sui social la propria disperazione è il sintomo evidente di una situazione divenuta ormai insopportabile. Gianfranco Granato aveva, qualche tempo fa minacciato di incatenarsi davanti alla sede dell’Ente , “Qualcosda bisogna fare” ci aveva confidato a microfoni spenti , ma stamattina non ce l’ha fatta ed è riuscito soltanto a registrare  la sua forte disperazione ed il pianto di un uomo,  di un lavoratore profondamente ferito nella propria dignità.

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