Rino Buonopane è il nuovo presidente della provincia: D’Agostino sconfitto al fotofinish
Il Pd conquista Palazzo Caracciolo dopo due sconfitte consecutive. Passa la linea di Petracca, Alaia e Festa i grandi sconfitti

Un finale thrilling, all’ultima scheda. È stata tiratissima la sfida per la conquista di Palazzo Caracciolo. A spuntarla alla fine, davvero per una manciata di voti, è stato il sindaco di Montella Rino Buonopane, alla guida della coalizione di centrosinistra rappresentata da PD, M5S e la Sinistra.
La conta definitiva dice 50,07 punti percentuali contro il 49,93 raccolto dal sindaco di Montefalcione Angelo Antonio D’Agostino. Pochissima distanza tra i due quindi, ma che in termini politici fa tutta la differenza di questo mondo in ambito provinciale
A Palazzo Caracciolo torna alla guida il Partito Democratico, dopo essersi suicidato, vittima di sé stesso, nelle ultime due precedenti tornate elettorali che avevano consegnato la provincia al centrodestra. Una vittoria impostata a Napoli dal governatore De Luca e realizzata grazie al lavoro sui territori soprattutto del consigliere regionale Maurizio Petracca, riuscito a far cambiare orientamento anche al Nazareno, dove la partita congressuale ha mostrato, attraverso lo scandaloso tesseramento, tutti i limiti dell’altro fronte. E Petitto e De Caro si sono dunque spostati, dietro pressione di Roma, facendo pendere l’ago della bilancia a favore del fronte regionale (anche se sono stati meno decisivi di quanto proveranno a far credere, i loro consiglieri comunali del capoluogo sono andati a briglia sciolta).
La linea dell’unità ha pagato a via Tagliamento, ora il congresso dovrebbe sancire la pace definitiva con l’elezione a segretario provinciale di Nello Pizza e segnare, si spera, una nuova fase.
Dall’altra parte si è perso di poco ma si è perso molto. Ne esce malissimo soprattutto il consigliere regionale Enzo Alaia, arrivato a girare le spalle perfino al governatore, per puntare per di più su un nome non “suo”. Una giocata azzardata, che lo ridimensiona in provincia e rischia di confinarlo in un angolino anche a Napoli.
Ma c’è chi sta peggio di lui, ovvero il sindaco di Avellino Gianluca Festa, fino ad oggi il grande stratega dei giochi di Palazzo Caracciolo, ora invece il grande sconfitto. L’enorme errore di D’Agostino (che ha dimostrato invece di avere messo insieme comunque un diffuso consenso tra gli amministratori sulla sua persona) è stato quello di affidarsi ancora una volta nelle sue mani, ma basta vedere come ha votato il capoluogo per capire quanto il sindaco di Avellino abbia perso in credibilità. Partito da una maggioranza bulgara, che lui definì “granitica”, Festa ha in soli due anni perso un pezzo dietro l’altro, costretto dapprima a dover rinunciare alla sua candidatura a presidente della provincia, che sembrava scontata, e poi a puntare tutto sull’alleato D’Agostino, tentando un disperato all-in. Ma si è ritrovato con il tradimento di cinque suoi consiglieri di maggioranza (la famosa pena del contrappasso, dopo aver “uccellato” Foti e Vignola), testando con mano il malcontento che serpeggia da mesi a palazzo di città per i suoi continui errori amministrativi e politici. E ora il proseguio del suo mandato rischia di tramutarsi in un vero e proprio Vietnam amministrativo: i dissidenti saranno pronti a presentargli il conto a più riprese. E il suo sorriso smagliante assomiglia sempre più al broncio del suo predecessore Paolo Foti. Quando si dice gli scherzi del destino
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