Piano di zona, il Tar conferma la sospensione del commissariamento

Il Tar di Salerno ha confermato l'accoglimento dell'istanza cautelare, decisione di merito fissata al 12 ottobre. Un altro punto a favore di Festa, ma non dei cittadini serviti dall'ambito

Altra pronuncia a favore del comune di Avellino sul piano di zona. Il Tar di Salerno ha infatti confermato l’accoglimento della richiesta di sospensiva del commissariamento avanzata dal Cda dell’azienda consortile. Lo aveva già fatto in un primo momento, in sede monocratica lo scorso dicembre. Ora il nuovo pronunciamento dell’organo collegiale conferma la validità dell’istanza cautelare, questo perché i giudici sostengono che “non siano infondati i difetti di istruttoria e di motivazione” avanzati dal comune di Avellino in merito al commissariamento; per questo tutto è rinviato al giudizio di merito, fissato al 12 ottobre, e sospesa la decisione della Regione per non arrecare un pregiudizio irreversibile al funzionamento dell’ambito.

Nel frattempo i tre commissari nominati dalla Regione Campania restano congelati, e la guida dell’ente d’ambito resta in capo al capoluogo irpino. Non a caso il sindaco Festa ha esultato accogliendo la notizia, attraverso un video su Facebook “Abbiamo sempre sostenuto che non ci fossero i motivi per commissariarci e che, nei mesi scorsi, ci siamo trovati davanti ad un vero e proprio attacco politico ed oggi il Tar ci ha dato ragione accogliendo la nostra istanza cautelare. Il Tar ha ammesso che noi eroghiamo servizi regolarmente, che il CdA e l’Assemblea funzionano. Insomma, l’azienda è viva, funzionante e opera sul territorio” le parole del primo cittadino.

Talmente funzionante, che i ragazzi disabili e autistici attendono ancora da settembre che gli venga attivata l’assistenza scolastica; mentre Festa non ha sentito il dovere di dire una parola sul fatto che i servizi principali dell’ambito di Avellino, l’ufficio di piano e il segretariato sociale, siano in affidamento da dieci anni, di rinnovo in rinnovo, di proroga in proroga, di bando in bando, sempre alle due stesse cooperative (Eco di Scafati e Ker di Torre del Greco, i cui presidenti risultano indagati nell’ambito di una inchiesta della Dda con le accuse di concussione, turbativa d’asta, associazione di stampo mafioso perché avrebbero manipolato bandi del terzo settore nel casertano per favorire ditte vicine al clan dei Casalesi). Anzi, entrambe le ditte hanno ottenuto proprio recentemente un’ulteriore proroga di sei mesi nella gestione dei servizi connessi al Pon Inclusione.  C’è davvero di che essere orgogliosi di un piano di zona così.

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