Inflazione alle stelle sui generi alimentari. Pere, pasta e pesce guidano la classifica di Coldiretti: mix esplosivo tra clima ed energia

Basta considerare che la produzione agricola e quella alimentare, in Italia, assorbono oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali, e che gli andamenti climatici anomali hanno tagliato i raccolti con crolli che vanno dal 25% per il riso al 10 % per il grano, dal 15% per la frutta al 9% per il vino

Secondo all’analisi di Coldiretti sulla base dei dati Istat, tra dicembre 2020 e dicembre 2021 i prodotti alimentari che hanno risentito maggiormente dell’impennata dei prezzi sono le pere, con un aumento del 30%, quindi pasta e pesce, rispettivamente 10,8 e 9,8%. Il combinato disposto tra il rincaro dei costi energetici e l’impatto dei cambiamenti climatici condizionano pesantemente l’ offerta di un bene essenziale come il cibo sul quale, con la pandemia, si è aperto uno scenario di accaparramenti e speculazioni.

Basta considerare che la produzione agricola e quella alimentare, in Italia, assorbono oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali, e che gli andamenti climatici anomali hanno tagliato i raccolti con crolli che vanno dal 25% per il riso al 10 % per il grano, dal 15% per la frutta al 9% per il vino.

Per le semine di grano per pasta e pane gli agricoltori – continua Coldiretti – sono stati costretti ad affrontare aumenti dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le lavorazioni dei terreni, senza dimenticare che l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, fino al 143%.

E i rincari non sono destinati a fermarsi qui, da il perdurare degli aumenti di costi energetici e materie prime. Per la pasta ad esempio già si prevedono aumenti fino al 38%.

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