Treni negati: oltre al danno ora si rischia anche la beffa

Dopo la protesta del territorio per l'ennesimo schiaffo all'Irpinia sui mancati collegamenti ferroviari, Cascone e la Regione hanno preso impegni sulla bretella di Codola. Ma non è tutto oro ciò che luccica: la strada è lunga e gli annunci sono gli stessi di sempre, disattesi più volte con la stessa tattica di coprirsi dietro la scusa dei costi-benefici. Valutazioni non fatte però su Salerno, dove sono arrivati centinaia di milioni di euro di finanziamenti per le infrastrutture. Venerdì prossimo tavolo in Regione con Rfi: consiglieri regionali e amministratori locali chiamati a tutelare la provincia di Avellino

Treni negati, oltre il danno ora si rischia anche la beffa. Dopo che la Regione ha praticamente cancellato tutte le corse per i prossimi cinque anni in partenza da Avellino (eccezion fatta per quattro collegamenti lumaca al giorno per Benevento e uno per Napoli, nulla per Salerno e Fisciano), nonostante siano in corso i lavori di elettrificazione e di potenziamento della linea, la levata di scudi dal territorio, in particolare dei consiglieri regionali Livio Petitto e Maurizio Petracca, ha costretto il delegato ai trasporti di Palazzo Santa Lucia Luca Cascone a compensare spingendo sui finanziamenti della bretella di Codola.

Cascone ha inserito il progetto tra le proposte della Campania nel nuovo contratto di programma con Rfi, approvato in conferenza delle regioni. Un passo in avanti, ma ad arrivare al finanziamento c’è ancora parecchia strada.

Contattato telefonicamente, Cascone spiega che “ora si aprirà un tavolo con Rfi, in cui si discuterà della fattibilità e dell’importo dell’intervento, solo allora si farà la definitiva valutazione se approvare il finanziamento o meno” e consegnare dunque ad Avellino l’infrastruttura che le permetterà di avere treni veloci per Napoli.

Insomma manca ancora parecchio e soprattutto non si spiega come mai l’iter appena descritto non sia stato portato avanti durante gli ultimi tre anni, cioè da quando l’Irpinia ha iniziato a chiedere con forza l’intervento alla Regione. E’ stato lo stesso Cascone in passato ad aver più volte lanciato la palla in tribuna, sostenendo che si dovesse avere un riscontro da Rfi, come sta facendo in pratica anche in questo caso. L’ultima volta aveva annunciato un confronto con i tecnici di Rete Ferroviaria Italiana lo scorso gennaio, con promessa di dare risposta entro febbraio. Invece non si seppe più nulla.

Non solo, c’è da aggiungere che Rfi uno studio di fattibilità lo ha già presentato tre anni fa, ai tempi del commissario Priolo, sostenendo che ci fossero tutte le possibilità di realizzare l’opera a costi contenuti, circa 25 milioni di euro di spesa. Solo che da allora la Regione e Cascone continuano a fare orecchie da mercante, parlando della necessità di valutare costi-benefici dell’opera, mentre si facevano nel frattempo finanziare centinaia di milioni di euro di lavori infrastrutturali, guarda caso a Salerno e dintorni. Basta “scrollare” la pagina facebook di Cascone per rendersi conto di quanti finanziamenti sono stati erogati per la sua città e provincia.

Insomma, c’è il rischio che l’Irpinia stia venendo presa in giro per l’ennesima volta: ma i consiglieri regionali e gli amministratori locali hanno occasione di modificare il finale. Venerdì prossimo si apre il tavolo con Rfi: lì dovranno pretendere chiarimenti in merito alla cancellazione delle corse e garanzie sulla bretella di Codola. Se non le otterranno, l’Irpinia, oltre che con Cascone, saprà con chi prendersela se rimarrà ancora una volta a terra.

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