Quelli che usano Putin come… “preservativo”

Armi Sì, armi No dall’Italia all’Ucraina. Il dibattito si infiamma. E mentre il capo in pectore del M5S, Giuseppe Conte, continua a dirsi contrario ad aumentare la spesa per la Difesa, dimenticando che proprio lui, nel 2019 e nelle vesti di Premier, sottoscrisse l’impegno in tal senso in sede di vertice Nato, finalmente a sinistra si alza qualche voce chiara e forte contro le ambiguità dei filoputiniani e degli ignavi di professione.

È la voce di Sergio Cofferati – segretario generale della Cgil dal ‘94 al 2002, sindaco di Bologna dal 2004 al 2009, parlamentare europeo dal 2009 al 2019 nell’intervista pubblicata ieri dal Corriere della Sera.

Due domande per tutte: 1) “Secondo lei è giusto mandare le armi al presidente Zelensky?”.
2) “Cosa risponde a chi va sostenendo che gli ucraini dovrebbero arrendersi perché solo così riusciranno a salvarsi ed eviteranno altri morti?”.

Le risposte: 1) “Non capisco la contrarietà al fatto che i Paesi dell’Unione Europea e di conseguenza anche l’Italia abbiano dato le armi agli ucraini: senza, come fanno a difendersi? Pensiamo al nostro passato, alla Resistenza: senza gli aiuti, le armi e l’intervento di altri Paesi non ci saremmo mai liberati dal fascismo e dal nazismo”.

2) L’idea della resa degli ucraini è priva di senso. Così finirebbero la democrazia e la libertà. Un’eventualità da scongiurare. Che sinistra è una sinistra che non è solidale con un popolo aggredito e che non cerca di aiutarlo in tutti i modi? Peraltro non è affatto detto che se cedessero a questi diritti – la democrazia e la libertà – gli ucraini avrebbero salva la vita. Gli esempi del passato ce lo dimostrano: se non sei d’accordo, se sei un dissidente, ti privano anche della vita o quanto meno te la rendono molto difficile”.

Sono l’Abc della civiltà politica e democratica i concetti espressi da Cofferati con cristallina chiarezza: roba che se la racconti ai bambini dell’asilo, non solo essi la comprendono, annuiscono, battono le mani in segno di condivisione, e perfino ti sorridono perché è questo il mondo libero e pacifico nel quale vogliono vivere.

Di converso, gli stessi concetti semplici e cristallini non riescono a trovare spazio in certe teste di italiani adulti, specie di quelli politicamente collocati a sinistra o in aree 5Stelle od anche (e peggio) al seguito del sempre più decadente Salvini (dicesi “Salvini”, non generalmente “Lega”).

Sono le cosiddette “teste di c…”. Le quali, al fondo delle cose, usano Putin come preservativo, nel senso di preservare se stessi, ovvero (Treccani) nel senso di volersi “cautelare contro rischi o pericoli”: non si sa mai, dovesse – lo Zar – invadere anche l’Italia!

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